La Nuova Sardegna

Cgil, no al cavo sottomarino: «Costoso e inutile»

di Gianni Bazzoni
Cgil, no al cavo sottomarino: «Costoso e inutile»

Sassari, il sindacato contro l’infrastruttura che trasporterebbe verso la Sardegna l’energia dalla Sicilia

09 luglio 2020
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SASSARI. «La Sardegna non ha bisogno del cavo, una infrastruttura costosissima che non produce nessuna ricaduta economica ed occupazionale. Un investimento il cui immenso costo è dovuto alla tecnologia realizzativa del Tyrrhenian Link e ai costi per la sua posa, che non produce indotto economico e non farà lavorare nessun operaio sardo e azienda locale». É questa la posizione netta espressa da Massimiliano Muretti, segretario della Camera del lavoro territoriale della Cgil di Sassari con delega all’Industria che, invece, sostiene il progetto della dorsale: «Perché unitamente a depositi costieri e rigassificatori ha lo scopo di mettere la Sardegna nelle medesime condizioni nelle quali si trovano tutte le altre regioni e di permetterne quindi la decarbonizzazione, in coerenza con le scelte che si sono fatte e si stanno realizzando nel resto d’Italia». Secondo Muretti quello del cavo è un «grande inganno mal celato, i cui connotati sono rilevabili osservando con attenzione i documenti disponibili, a partire da quelli emessi da Terna e Arera. E siccome gli scenari sono stati elaborati da un gruppo di lavoro Terna – Snam (con la supervisione di Arera), quindi non da un soggetto terzo (Rse) come per la dorsale ma direttamente da chi intende realizzare l’investimento, è fin troppo semplice trarre le conclusioni».

Il segretario della Cgil di Sassari, sottolinea che «il cavo costerà, per la sola realizzazione, 3.7 miliardi di euro ai quali vanno aggiunti quelli derivanti dal Tasso di remunerazione del capitale investito. Un coefficiente, di cui nessuno parla e che oggi e sino al 2021 vale il 5,6 per cento annuo e che remunera del capitale investito i soggetti che realizzano infrastrutture per la regolazione dei settori elettrico e gas. Non è chiaro che valore assumerà il tasso di remunerazione nel 2025 e per i successivi 6 anni, ma certamente anche a guardarne la sua evoluzione storica, il valore sarà più alto di quello attuale». Alla fine, secondo Muretti, «il Tyrrhenian Link costerà più di 5 miliardi di euro, verrà pagato dalla collettività, producendo reddito per chi lo realizza e esercisce, facendovi transitare l’energia elettrica prodotta in Sicilia, con la scusa di integrare le zone del Mercato Elettrico, che oggi evidenziano limiti per la sola Sicilia. I sardi dunque pagheranno in termini di mancata produzione e anche economici, l’integrazione del mercato elettrico della Sicilia». Muretti conclude con l’invito al presidente Solinas affinchè chieda al Governo Conte di pretendere «che i giganti industriali italiani producano ricchezza per il paese, riducano i dividendi per gli azionisti e usino quelle risorse per rilanciare e fare finalmente partire l’economia sarda. Non serve un cavo per salvarci, il cavo affosserà la nostra economia, alle innumerevoli produzioni ormai importate in Sardegna, si aggiungerà anche quella elettrica, oggi di qualità. Chi sostiene il contrario produce un grande inganno che va svelato e combattuto».

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