La Nuova Sardegna

In aula va in scena il duello sul Piano

In aula va in scena il duello sul Piano

Le opposizioni: siete cementificatori. La maggioranza: difendiamo l’autonomia

10 luglio 2020
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CAGLIARI. L’interpretazione autentica servirà o non servirà? Chissà. Sta di fatto che, nonostante la discesa in campo del Governo per le strade contestate, la maggioranza di centrodestra ha portato a casa il risultato che voleva. Dopo quattro giorni di dibattito, acceso come non mai, le correzioni dell’ultim’ora al Piano paesaggistico sono state approvate dal Consiglio regionale. Il sì, com’era scontato che fosse, è stato a larga maggioranza: 31 a favore, 20 contro. L’ostruzionismo delle opposizioni non è riuscito nell’impresa, non aveva i numeri, di bloccare l’unico articolo con cui da oggi in poi non sarà più necessario che Regione e ministero ai beni culturali decidano insieme su qualunque progetto, opere pubbliche comprese, nella fascia costiera e in campagna.

L’ultima battaglia. È stato il comunicato del ministero sulla Sassari-Alghero ad accendere ancor di più lo scontro in aula. La maggioranza ha deciso di andare avanti lo stesso, scatenando la reazione infuriata delle opposizioni. «Il re è nudo. Il vostro alibi è caduto. Altro che strade, voi volete avere le mani libere per riempire di cemento dove adesso è impossibile perché quei territori sono vincolati e tutelati dal Piano paesaggistico», hanno tuonato dal Pd a Liberi e Uguali, dai Cinque stelle ai Progressisti. «Il vostro è solo un processo sommario a delle intenzioni che non abbiamo. Non siamo speculatori, ma difensori dell’autonomia», hanno replicato con asprezza dal Pad’Az alla Lega, passando per Forza Italia, Sardegna 20.Venti, Fdi, i Riformatori e l’Udc-Cambiamo. È stato il continuo scambio di accuse e controaccuse a segnare anche l’ultimo giorno di battaglia. La guerra è finita, intorno alle 20.15, quando gran parte dei 500 emendamenti ancora sul tavolo sono stati spazzati via da un contro-emendamento della Giunta.

Ultimi duelli. È al momento delle dichiarazioni di voto che si sono consumate le sfide decisive. Massimo Zedda, Progressisti, ha detto: «La vostra legge è una schifezza». Franco Mula, Ps’Az, gli ha replicato: «Rispediamo gli insulti al mittente». Poi è stata la volta di Desirè Manca, Cinque stelle: «Le bugie del centrodestra sono saltate fuori». Con a ruota Dario Giagoni della Lega, sostenuto nella replica da un contorno di cartelli irriverenti verso le opposizioni: «Sieti voi a dovervi vergognare. Succubi come siete, a Roma, dei poteri forti». Gianfranco Ganau, Pd, e Daniele Cocco, Leu, hanno attaccato: «State scrivendo una pagina nera. Dovrete chiedere scusa ai sardi». Francesco Mura, Fdi, e Antonello Peru, Udc-Cambiamo, hanno ribattuto: «Questa legge non autorizza un bel niente e tanto meno i mattoni sulle spiagge». Fino all’ultimo battibecco. Eugenio Lai, Leu, ha quasi gridato: «Noi continueremo a lottare contro il cemento. Il vostro è un colpo di mano». Dall’altro fronte s’è alzata la voce di Angelo Cocciu, Forza Italia: «L’ambiente non è di destra né di sinistra. Noi vogliamo proteggere il paesaggio, non le ideologie». (ua)

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