La Nuova Sardegna

Election day: i piccoli Comuni sono contrari

Il Parito democratico in Consiglio regionale va in pressing sulla Giunta e sulla maggioranza di centrodestra per sollecitare che le elezioni amministrative in Sardegna siano accorpate a settembre con...

14 luglio 2020
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Il Parito democratico in Consiglio regionale va in pressing sulla Giunta e sulla maggioranza di centrodestra per sollecitare che le elezioni amministrative in Sardegna siano accorpate a settembre con il referendum, a cui saranno chiamati al voto tutti gli italiani, e per le supplettive del Senato nel collegio Sassari-Gallura. Ma i piccoli Comuni sono contrari. Il Pd ha presentato una proposta di legge di soli due articoli per consentire l'election day in deroga alla legge regionale del 2005, prevedendo che non ci sono così «oneri diretti e indiretti a carico del bilancio regionale» Per il Pd: «Chiamare a votare i sardi nel giro di due mesi costerebbe alle finanze della Regione 9 milioni di euro in più, soldi che potrebbero essere utilizzati per le tante emergenze sociali ed economiche all’indomani della pandemia». Su Facebook, nel frattempo, è partita una campagna social: «Nove milioni di euro: i nostri soldi, usateli meglio». Ma contro l’election day s’è schierata l’Associazione dei piccoli Comuni. «Nessun accorpamento – scrive Rodolfo Cancedda, presidente e portavoce dell’Asel – Le elezioni amministrative, in circa 200 Comuni, dovranno essere indette dalla Regione in una domenica fra il 24 ottobre e il 29 ottobre». Perché? «Perché non ci sono neanche i tempi tecnici per la presentazione delle liste. Liste che, tra l’altro, sono in alto mare dovunque e quindi è impossibile oggi ipotizzare l’election day».

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