La spiaggia del Cavalieri a Budelli chiusa a metà: sbarcheranno 300 persone al giorno
Walkiria Baldinelli
L’idea iniziale era quella salvare il lido che confina con la Spiaggia Rosa a rischio
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LA MADDALENA . Il Parco chiude la spiaggia del Cavalieri. Ma solo un pezzo. L’idea iniziale era quella salvare il lido che confina con la Spiaggia Rosa, nell’isola di Budelli, a rischio estinzione. L’ordinanza non è stata ancora pubblicata, ma il presidente Fabrizio Fonnesu spiega che il provvedimento per proteggere la spiaggia dall’erosione non prevede il numero chiuso o contingentamento. Le barche che trasportano i turisti nelle isole dell’arcipelago continueranno a sbarcare una media di 300 passeggeri al giorno al Cavalieri, non più distribuiti sui 200 metri totali del litorale come accadeva fino a ieri, ma solo sui 50 metri di sabbia non raggiunti dal divieto di calpestio. «Con il provvedimento – spiega Fonnesu –, che entrerà in vigore già dalla prossima settimana, chiuderemo più di tre quarti di arenile. La parte libera sarà calpestabile». Ma non sarà più possibile prendere la tintarella, né lasciare stuoie, asciugamani e zaini».
La scelta del Parco di “chiudere” uno dei lidi più preziosi dell’arcipelago maddalenino è dettata da un’esigenza ambientale. In 25 anni la spiaggia si è dimezzata. Sulla base di uno studio del Cnr, il carico massimo che può sopportare al giorno è di 140 bagnanti. La pressione antropica influisce per il 10 per cento sull’erosione del litorale. Il resto lo fanno i cambiamenti climatici e le correnti. Gli studiosi hanno anche calcolato quanti granelli di sabbia vengono portati via dai bagnanti: 93 grammi di sedimento, 65 nei piedi e 28 nel telo da mare. Un’asportazione involontaria che ogni anno significa 6 metri cubi di sabbia persa.
La situazione critica ha spinto il Parco ad adottare un provvedimento parziale per evitare l’ulteriore arretramento della spiaggia del Cavalieri. Concentrare 300 bagnanti al giorno (inteso come numero di turisti trasportati dai barconi a cui vanno aggiunti quelli che raggiungeranno il Cavalieri con il proprio gommone o con i mezzi a noleggio) in meno di 50 metri di arenile non risolve certo il problema. Il Parco è consapevole che si rischia di devastare questo angolo di spiaggia libera. . «Per quest’anno – dice Fonnesu –, non possiamo fare più di così. Lo stesso ministero ha detto di non cambiare gli itinerari dei barconi turistici. Dobbiamo comunque salvaguardare gli aspetti economici e ambientali. Abbiamo ipotizzato che le tre barche autorizzate a sbarcare i passeggeri, considerate le prescrizioni dettate dal contenimento del Covid-19, trasporteranno in media dalle 80 alle 100 persone al giorno». Al numero dei turisti si aggiunge quello dei residenti e non che, garantisce Fonnesu, «potranno tranquillamente sbarcare sui 50 metri liberi». Per i trasgressori sono previste sanzioni da 500 a mille euro. A vigilare sugli sbarchi non sarà il Parco. «Il piano del personale – spiega il presidente –, prevedeva più unità da impiegare, invece è stato ridotto. Non per colpa nostra. Sarà quindi la Forestale a sorvegliare l’area, mentre per la parte a mare i controlli saranno quelli della Capitaneria. Con i titolari dei barconi turistici l’intesa è quella di farli scendere scaglionati. Insomma, ci affidiamo anche al buon senso di tutti gli amanti di questo patrimonio ambientale». L’idea iniziale del Parco, programmata da tempo e caldeggiata nel penultimo consiglio direttivo, prevedeva la realizzazione di una piattaforma per l’ormeggio dei barconi che effettuano le gite alle isole. «Un pontile galleggiante – sottolinea Fonnesu –, a uso pubblico, fruibile cioè non solo dalle attività commerciali. Ci siamo trovati difronte a diversi passaggi burocratici e l a proposta non ha trovato immediato parere favorevole degli enti preposti, che hanno chiesto ulteriori integrazioni al progetto. Dunque, per quest’anno niente piattaforma». Ma l’idea del Parco resta quella di una chiusura totale.
La scelta del Parco di “chiudere” uno dei lidi più preziosi dell’arcipelago maddalenino è dettata da un’esigenza ambientale. In 25 anni la spiaggia si è dimezzata. Sulla base di uno studio del Cnr, il carico massimo che può sopportare al giorno è di 140 bagnanti. La pressione antropica influisce per il 10 per cento sull’erosione del litorale. Il resto lo fanno i cambiamenti climatici e le correnti. Gli studiosi hanno anche calcolato quanti granelli di sabbia vengono portati via dai bagnanti: 93 grammi di sedimento, 65 nei piedi e 28 nel telo da mare. Un’asportazione involontaria che ogni anno significa 6 metri cubi di sabbia persa.
La situazione critica ha spinto il Parco ad adottare un provvedimento parziale per evitare l’ulteriore arretramento della spiaggia del Cavalieri. Concentrare 300 bagnanti al giorno (inteso come numero di turisti trasportati dai barconi a cui vanno aggiunti quelli che raggiungeranno il Cavalieri con il proprio gommone o con i mezzi a noleggio) in meno di 50 metri di arenile non risolve certo il problema. Il Parco è consapevole che si rischia di devastare questo angolo di spiaggia libera. . «Per quest’anno – dice Fonnesu –, non possiamo fare più di così. Lo stesso ministero ha detto di non cambiare gli itinerari dei barconi turistici. Dobbiamo comunque salvaguardare gli aspetti economici e ambientali. Abbiamo ipotizzato che le tre barche autorizzate a sbarcare i passeggeri, considerate le prescrizioni dettate dal contenimento del Covid-19, trasporteranno in media dalle 80 alle 100 persone al giorno». Al numero dei turisti si aggiunge quello dei residenti e non che, garantisce Fonnesu, «potranno tranquillamente sbarcare sui 50 metri liberi». Per i trasgressori sono previste sanzioni da 500 a mille euro. A vigilare sugli sbarchi non sarà il Parco. «Il piano del personale – spiega il presidente –, prevedeva più unità da impiegare, invece è stato ridotto. Non per colpa nostra. Sarà quindi la Forestale a sorvegliare l’area, mentre per la parte a mare i controlli saranno quelli della Capitaneria. Con i titolari dei barconi turistici l’intesa è quella di farli scendere scaglionati. Insomma, ci affidiamo anche al buon senso di tutti gli amanti di questo patrimonio ambientale». L’idea iniziale del Parco, programmata da tempo e caldeggiata nel penultimo consiglio direttivo, prevedeva la realizzazione di una piattaforma per l’ormeggio dei barconi che effettuano le gite alle isole. «Un pontile galleggiante – sottolinea Fonnesu –, a uso pubblico, fruibile cioè non solo dalle attività commerciali. Ci siamo trovati difronte a diversi passaggi burocratici e l a proposta non ha trovato immediato parere favorevole degli enti preposti, che hanno chiesto ulteriori integrazioni al progetto. Dunque, per quest’anno niente piattaforma». Ma l’idea del Parco resta quella di una chiusura totale.