La Nuova Sardegna

La vittima: «Avvertimento di stampo criminale»

di Giulia Serra
La vittima: «Avvertimento di stampo criminale»

Il presidente di Ambiente Planargia: frasi pesanti contro di me alla chiusura del centro di smaltimento

22 luglio 2020
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MAGOMADAS. «Oltre il danno, a determinare lo sconforto è l’atto: una barbarie fuori dalla dialettica e dal confronto civile». È il commento di Franco Sechi, presidente del comitato Ambiente Planargia, che si trova fuori dalla Sardegna per una breve vacanza. Tutti i ceppi della sua vigna sono stati abilmente segati da qualcuno che ha voluto mandare un messaggio chiaro e non proprio distensivo. Il proprietario della tenuta di Su pramarischu attribuisce tutto, senza esitazione, al suo ruolo di primo piano nella disputa sul trattamento dei fanghi nell’impianto della Geco, ma al momento, visto che gli inquirenti tengono in considerazione varie ipotesi, questo può essere solo un sospetto.

Non per Sechi. «È un avvertimento di stampo criminale, c’è poco da girarci attorno – dice –, ma se sono convinti di intimorirmi, hanno sbagliato persona. Se l’atto intimidatorio è collegato alla mia battaglia con il comitato Ambiente Planargia, possono stare tranquilli che io andrò avanti». Sono parole che chiariscono quanto siano pesanti le nubi che si addensano sul cielo di Magomadas che si trova in pieno territorio della Malvasia doc. Lì, dove la Geco tratta i fanghi da depurazione provenienti da Acquedotto Pugliese e la cui attività, avviata la scorsa estate, ha fatto saltare gli equilibri e la tranquillità.

La tensione si è addirittura acuita dopo il provvedimento di sequestro preventivo di una parte dell’impianto, emesso la scorsa settimana dalla magistratura. Lo stesso Sechi denuncia, per ora solo a voce chiarendo di essere intenzionato a segnalare anche questo fatto ai carabinieri, di aver udito delle frasi pesanti a lui indirizzate proprio nel giorno in cui la Forestale metteva i sigilli al sito a due passi da Magomadas. E poi, oltre al danneggiamento della vigna, il presidente del comitato civico ha già subito un’altra intimidazione il mese scorso, quando erano state squarciate le ruote della sua auto con una lama.

È in questo quadro che si va a inserire la presa di posizione dura e intransigente di Franco Sechi, che non si piega neppure quando nel primo pomeriggio la stessa Geco diffonde un comunicato per prendere le distanze dall’accaduto: «Condanniamo qualsiasi atto intimidatorio – scrive Bonifacio Angius, socio di maggioranza dell’azienda –. Siamo dispiaciuti per quanto accaduto e vogliamo esprimere la più sincera solidarietà ribadendo, per l'ennesima volta, la nostra totale estraneità ai fatti».

Lo stesso Sechi però ribatte: «Respingo la loro solidarietà. La ritengo opportunistica e pelosa». Quasi a conferma di uno scontro del quale non sembra intravvedersi un allentamento, nel comunicato, l’azienda fa un passo ulteriore esprimendo disappunto per le «illazioni» espresse sui social che tirano in ballo la società attribuendole una qualche responsabilità: «Da un anno siamo esposti a ogni genere di attacco sia da parte dei cittadini che della stampa che continuamente associano la nostra azienda a questi scenari sgradevoli. Siamo stanchi e amareggiati e da oggi prenderemo tutti i provvedimenti legali necessari per salvaguardare il nome della nostra società, che ricordiamo essere composta da persone serie, lavoratrici e soprattutto rispettose del prossimo e del territorio».

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