La Nuova Sardegna

Diffamazione, condannata Giulia Moi

Diffamazione, condannata Giulia Moi

L’ex europarlamentare aveva definito “mafiose” dirigenti e una socia dell’Ifold

24 luglio 2020
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CAGLIARI. L’ex europarlamentare 5Stelle Giulia Moi è stata condannata dal giudice del tribunale di Cagliari Simone Nespoli per la diffamazione verso l’Ifold, Istituto formazione orientamento lavoro donne, e verso le sue animatrici: la rappresentante legale Andreina Siddu, la direttrice regionale Annamaria Fusco e la socia Maria Giovanna Piano. Moi dovrà pagare una multa di 800 euro, le spese processuali e il danno provocato, che sarà quantificato in sede civile, ma subito deve versare una provvisionale di 15mila euro a ciascuna parte lesa, vale a dire l’Ifold, le due dirigenti e la socia (rappresentate dagli avvocati Massimo Massa, Rita Dedola e Massimiliano Ravenna). La storia comincia nel 2010 con due mail inviate ai più diversi indirizzi, compreso quello dell’assessore regionale al Lavoro. In entrambe, le accuse rivolte all’ente di formazione erano pesanti: oltre che essere definiti una vergogna, nelle mail si affermava in estrema sintesi che i corsi avevano contenuti poverissimi pur costando alla Regione “milioni”. Addirittura si sosteneva che si promettevano posti di lavoro e che le frequentatrici, pur di non perdere l’opportunità, tacevano sulla pochezza della formazione offerta. Nel 2012 altre mail con lo stesso indirizzo scrivevano che l’Ifold era composta “da un branco di ladroni mafiosi che rubano soldi pubblici”. Le mail insistevano parecchio su pretese “ruberìe quotidiane” e sulle presunte attitudini mafiose delle responsabili dell’ente di formazione, dominava insomma l’idea che l’Ifold fosse governato da un “branco di ladroni mafiosi”. Giulia Moi, che pure in precedenza aveva presentato una denuncia contro i corsi Ifold e da questa la Procura aveva avviato un’inchiesta conclusa con l’archiviazione (in parte decisa per sopraggiunta prescrizione), non formulava queste accuse a viso aperto. Che ci fosse lei dietro gli attacchi contro l’Ifold lo scoprì la Polizia postale dopo la querela presentata dalle operatrici accusate nei documenti di origine anonima. Tutto questo dire attraverso le mail anonime aveva un precedente. Tra il 2008 e il 2010 in una pagina Facebook poi ricondotta a Giulia Moi, venne preso di mira un corso in Museologia, Comunicazione scientifica e Gestione d’impresa finanziato con un milione di euro. Tra le cose che si affermavano nella pagina c’era che il corso fosse “un pretesto perché si potessero mangiare soldi pubblici”.

L'ex parlamentare europea è stata assolta da una serie di imputazioni di diffamazione (una è stata dichiarata prescritta).Il suo avvocato difensore, Pier Andrea Setzu, ha annunciato ricorso in appello contro la condanna.

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