La Nuova Sardegna

Verso le Suppletive, Marras: «Le priorità? Sono i trasporti e l’occupazione»

di Roberto Petretto
Verso le Suppletive, Marras: «Le priorità? Sono i trasporti e l’occupazione»

L’avvocato sassarese candidato di Iv, IiC, Pli e Più Europa. «Risposte al disagio dei sardi: serve una volontà comune»

04 settembre 2020
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SASSARI. All’inizio degli anni ‘90 fu consigliere comunale a Sassari per il Pci. Poi per anni la politica l’ha osservata e forse discussa. Ora torna per contendere un posto da senatore agli avversari di centrosinistra, centrodestra e di area socialista. Agostinangelo Marras, sassarese, 66 anni, avvocato, si candida alle suppletive.

Chi glielo ha fatto fare?

«La passione per la politica, il desiderio di restituire alla Sardegna e ai sardi, attraverso un servizio, quanto io ho avuto dalla Sardegna e dai sardi in 38 anni di professione. Sono stati anni, questi, durante i quali, attraverso le aule giudiziarie, ho avuto modo di conoscere i problemi che attanagliano la nostra isola».

Ha visto la Sardegna da un osservatorio privilegiato?

«Nelle aule dei tribunali arriva la punta dell'iceberg di mali che gravano sulle nostre comunità e che a volte sfociano in vicende giudiziarie».

Che lista di priorità ha stilato?

«Metterei ai primi posti il disagio sociale dei sardi, il problema dell'occupazione, la necessità di affrontare seriamente la questione dei trasporti».

I trasporti vero punto debole dell’economia sarda?

«Sì. Il trasporto aereo e navale è assolutamente insufficiente e costoso sia per i sardi che per chi vuole venire in Sardegna. A questo si aggiunga una rete viaria in condizioni disastrose e pericolosa e l’inesistenza della rete ferroviaria».

Può un senatore incidere in modo efficace per la risoluzione di questi problemi?

«Certamente non da solo. Ma se da parte di tutti i parlamentari che rappresentano la Sardegna ci fosse una volontà comune, allora si potrebbe tentare di incidere».

Come mai non ha messo ai primi posti i problemi della giustizia?

«Lei mi ha chiesto un ordine e ho innanzitutto elencato quelle che ritengo siano le priorità di tutti i sardi. I problemi della giustizia, ovviamente, non mi sono estranei. Ma devo innanzitutto guardare alle esigenze complessive del nord Sardegna e dell’intera regione. Non c'è dubbio che subito dopo pongo il problema della giustizia, sul quale mi piacerebbe spendere la mia esperienza per portare un contributo sul piano legislativo. Anche perché negli ultimi anni ho assistito a riforme che vanno contro gli interessi, i diritti e le aspettative dei cittadini. Quella sulla prescrizione su tutte. Particolare attenzione dovrebbe e dovrà essere posta sul tribunale della Gallura, che non solo non deve essere soppresso, ma deve essere potenziato per rispondere alle esigenze del territorio, sia sul piano penale che su quello civile»

Perché candidarsi con Italia viva?

«La devo correggere: chi mi ha offerto candidatura sono Italia viva, Italia in Comune, Più Europa e Partito liberale italiano. Una candidatura che io ho accettato a una condizione: poter essere candidato come indipendente con eventuale iscrizione al gruppo misto, ferma naturalmente la mia formazione politico culturale che è di centrosinistra».

Ha sentito Renzi?

«L’ho visto in un’occasione, a Porto Rotondo per la presentazione del suo libro. Mi ha fatto gli auguri per la competizione elettorale e anche lui, in quella occasione, nel citarmi mi ha indicato come candidato indipendente.

La frammentazione rischia di fare male al centrosinistra, non crede?

«Non sono la causa della rottura, sono il prodotto della rottura. Al tavolo delle trattative, al quale ovviamente non ho partecipato, da parte di Pd e M5s è stata presentata una candidatura preconfezionata. Altre forze politiche non hanno condiviso questo metodo e hanno deciso di andare da sole. Così è nata la mia candidatura».

Che risultato si aspetta?

«Saranno gli elettori a dirlo»

Come voterà al referendum?

«Voterò no. La riforma di oggi penalizzerebbe moltissimo la rappresentanza della Sardegna e potrebbe portare a un vuoto per numerosi territori. E questo io non lo condivido».



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