La Nuova Sardegna

Lo zoo di Roma si scusa: «Eccesso di zelo: tornate»

di Claudio Zoccheddu
Lo zoo di Roma si scusa: «Eccesso di zelo: tornate»

Ingresso vietato a una famiglia sarda: il messaggio del presidente del Bioparco

14 settembre 2020
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SASSARI. Sono arrivate le scuse, la solidarietà dei sardi, della politica isolana e anche alcune precisazioni. La vicenda dalla famiglia di Sanluri scacciata dal giardino zoologico di Roma perché in arrivo dalla Sardegna, considerata una sorta di “zona rossa” dalla direzione del Bioparco, ha sollevato un’onda anomala di polemiche che ha fatto scattare l’allarme rosso nei palazzi della Regione Lazio e in quelli del giardino zoologico. Peraltro con toni molto differenti che hanno portato a un reciproco scarico di responsabilità. E poi c’è la famiglia dei protagonisti, subito invitata a Roma dal presidente della fondazione che gestisce il Bioparco, ma comunque determinata a comprendere di chi possano essere le responsabilità di una simile decisione.

Il balletto delle accuse. Il primo problema è che i responsabili di una situazione ai limiti della discriminazione territoriale si accusano a vicenda. Ieri mattina l’ufficio stampa della Regione Lazio ha diffuso una dichiarazione che sembrerebbe non avere margini di interpretazione: «Non esiste alcune norma regionale che impedisca l’accesso a chi proviene della Sardegna». Una tesi subito confutata dal presidente della Fondazione Bioparco di Roma, Francesco Petretti: «Si trattava di una raccomandazione arrivata proprio dalla Regione durante gli ultimi giorni di agosto – spiega Petretti – quando il rientro nel Lazio di tanti cittadini che avevano trascorso le ferie in Sardegna aveva prodotto un nuovo picco di contagi. Per questo ci era stato raccomandata tanta attenzione non solo per i turisti in arrivo dai quattro Paesi a rischio segnalati dal ministero della Salute (Spagna, Croazia, Grecia e Malta, ndr) ma anche dalla Sardegna. Il nostro è stato un eccesso di zelo – aggiunge Petretti – di cui mi sono già scusato con la signora respinta insieme alla famiglia, che però era motivato dalle difficoltà di gestione in un momento come quello. Se anche solo uno dei nostri guardiani fosse risultato positivo al Covid-19 per noi sarebbe stato un problema enorme. Spero che abbia compreso il nostro punto di vista e che voglia accettare il nostro invito a visitare il Bioparco».

La risposta. Agostina Mancosu ieri mattina si è trovata al centro dell’attenzione mediatica di mezza Italia, con il cellulare che ha iniziato a squillare dalle prime ore del mattino: «Non mi aspettavo una reazione di questo tipo – confessa – anche se mi ha fatto piacere che la nostra storia abbia sollevato una questione che in qualche dovrà pur essere risolta. Io vorrei capire cosa è accaduto ma soprattutto perché sia stata possibile una svista del genere. Ho ricevuto una comunicazione dalla Regione Sardegna e credo che se ne stiano occupando loro». Intanto, l’invito riparatore del presidente della Fondazione Bioparco sembra destinato a non essere accolto, almeno per il momento: «Non ritornerò al giardino zoologico, ma non per colpa di questa storia. Lo dico solo perché non ritornerò a Roma a breve: io ci sono stata tante volte, i miei figli l’hanno vista pochi giorni fa e quindi il prossimo viaggio avrà una meta differente. Tutto qua».

La solidarietà. È arrivata dalla Regione Sardegna, da tanti esponenti politici e da tantissimi sardi che hanno fatto traboccare i social network di indignazione per il trattamento riservato alla famiglia di Sanluri ma anche di messaggi di incoraggiamento e sostengo. In quello pubblicato sull’indirizzo Facebook della Regione Sardegna c’è anche un accenno a quanto potrebbe accadere in futuro: «Solidarietà alla famiglia di sardi che denuncia di aver subito un torto grave e allarmante. Un fatto che necessita di un chiarimento». Mentre le diplomazie di Sardegna e Lazio cercheranno di ritagliare uno spazio tra gli impegni dettati dall’agenda referendaria e da quella elettorale. Intanto, al Bioparco di Roma hanno risolto il problema alla radice. Dal 15 settembre riaprirà la biglietteria e automaticamente verrà eliminato il documento di autocertificazione (che equiparava la Sardegna a Spagna, Croazia, Grecia e Malta) la cui compilazione veniva richiesta sul web al momento dell’acquisto dei tagliandi d’ingresso.

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