La Nuova Sardegna

Riforma della sanità sarda: sulle 8 Asl comincia la spartizione

di Umberto Aime
L'assessore regionale alla sanità Mario Nieddu
L'assessore regionale alla sanità Mario Nieddu

La mappa dei commissari: Udc e Riformatori in corsa per Cagliari, Sassari fa gola alla Lega, Olbia andrà a Forza Italia, il Psd’Az punta a Nuoro 

17 settembre 2020
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CAGLIARI. Il ritorno delle Asl è legge da quasi venti giorni. Ma non è stata pubblicata sul bollettino della Regione. Non è un ritardo da poco: i tempi per la nomina dei commissari sono sempre più stretti e senza commissari la rivoluzione non può cominciare. Il centrodestra lo sa bene. In attesa dell’ufficialità s’è messo subito al lavoro per disegnare la mappa delle poltrone da assegnare. Avant’ieri, nell’ultimo vertice di maggioranza, i partiti hanno cominciato a discutere di fasce, ci sono Asl più importanti e altre molto meno, spartizione e spessore politico degli aspiranti commissari.

I tempi. La legge impone che i traghettatori dall’Ats alle otto Aziende sanitarie, più la capofila Ares, debbano essere scelti entro 30 giorni dall’entrata in vigore della riforma e quindi dal giorno in cui sarà pubblicata sul Bollettino della Regione. Non solo: entro il 15 ottobre i commissari dovranno presentare all’assessorato alla sanità il piano di riorganizzazione e riordino territoriale. Perché, com’è scritto sempre nella legge, il ritorno delle Asl dovrà scattare fra tre mesi, allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Anche se sono in molti a sostenere: «Tutto slitterà almeno alla fine di marzo».

Le fasce. L’Asl di Cagliari, la numero otto, è in testa alla graduatoria: gestisce il maggior numero di ospedali e amministra una popolazione che va dalla Città metropolitana all’ex Provincia del Sud Sardegna. Un gradino appena più sotto c’è l’Azienda autonoma Brotzu, che ha un commissario (Paolo Cannas, quota Riformatori) ma in scadenza di mandati. Al terzo posto, la neonata Ares, che prenderà il posto dell’Ats, come centrale d’acquisto per gli appalti e amministrerà gli oltre 17mila dipendenti del sistema sanitario regionale. Ha lo stesso peso specifico l’Azienda universitaria di Cagliari, ma l’attuale direttore generale Giorgio Sorrentino ha un altro anno di contratto e quindi dovrebbe essere al sicuro. Sono invece giù dal podio, le Asl della Gallura, di Nuoro e Oristano. Nella seconda fascia, sempre intesa come peso politico, ci sono Sassari, territorio in cui il primo posto da sempre spetta all’Azienda universitaria, oggi governata da un facente funzioni, e a seguire Medio Campidano, Sulcis, Ogliastra e l’Areus, dove il posto di direttore generale è vacante da mesi.

Le aspirazioni. Nell’ultimo vertice di maggioranza non sono state riempite le caselle, ma i sette partiti del centrodestra sono pronti per la grande corsa: stanno affilando le armi. L’Udc vorrebbe mettere il cappello sull’Asl di Cagliari e dovrà vedersela con i Riformatori, che però potrebbero abbandonare questa corsa se al Brotzu fosse confermato un loro fedelissimo. La Gallura dovrebbe essere un’esclusiva di Forza Italia, che ha nel sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, il suo pezzo da novanta e quindi è sempre lui ad aver più voce in capitolo. Lega e Psd’Az dovranno mettersi d’accordo a Sassari sul commissario della Asl e su quello per l’Ares, ma molto dipenderà dal trasferimento o meno a Cagliari della sede dell’Azienda regionale. Però, nella corsa per l’Asl sassarese, potrebbero essere decisive anche le richieste di Antonello Peru, il recordman delle preferenze in Consiglio regionale e leader del Movimento Cambiamo. Su Nuoro potrebbe accampare la prima scelta il Psd’Az, con i Riformatori in agguato. È ancora più incerta la primogenitura su Oristano e molto dipenderà se in autunno ci sarà il rimpasto in Giunta annunciato dal governatore Christian Solinas. Fdi starebbe puntando sull’Ogliastra, ma un pensierino ce l’ha fatto anche la Lega, e il Medio Campidano, dove a dettar legge è l’assessore regionale all’ambiente Gianni Lampis. Sardegna 20.Venti, il movimento del consigliere regionale Stefano Tunis, avrebbe messo nel mirino l’Asl del Sulcis, ma è forte la concorrenza di Forza Italia. Infine, resta da capire se in questa mappa troverà posto anche l’attuale commissario dell’Ats Giorgio Steri.

Incarichi a tempo. La spartizione comunque durerà pochi mesi. La vera battaglia si scatenerà a gennaio, o in primavera, quando la Giunta nominerà i direttori generali. Anche se la legge deve passare ancora al vaglio del Governo, che potrebbe contestare questo passaggio: la scelta dei manager avverrà da un elenco regionale molto esclusivo.

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