La Nuova Sardegna

Zainetti, grembiuli e lacrime: la vita ricomincia a Orgosolo

di Valeria Gianoglio
Zainetti, grembiuli e lacrime: la vita ricomincia a Orgosolo

Le scuole riaprono tra i sorrisi dei bambini e l’emozione degli insegnanti L’epidemia arretra e aumentano i guariti: la campanella è un segnale di luce

23 settembre 2020
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INVIATA A ORGOSOLO. «La prima lezione di quest’anno? Sarà chiedere a tutti come hanno passato questi mesi, cosa hanno provato e cosa provano oggi. Siamo tutti molto contenti di riaprire. Sono stati mesi difficili ma siamo qua, pronti a ripartire dalla scuola». Giovanna Mereu, insegnante e responsabile del plesso di via Ungaretti, alle 8.20 in punto si sporge per qualche secondo dal portone d’ingresso dell’istituto comprensivo Sebastiano Satta, si allaccia meglio la mascherina dietro le orecchie, e appena vede il primo gruppetto di alunni delle terze e quarte elementari, il grido le esce proprio dal cuore: «Bentrovati tutti, buon anno». E dal tripudio di zaini tirati a lucido, grembiulini inamidati, bambini emozionati e mamme ben di più, parte un quasi corale «A bois puru!».

Il primo giorno di riapertura delle scuole nell’era della pandemia, a Orgosolo, non poteva capitare in un momento migliore. Arriva poche ore dopo la notizia che il paese e i suoi 4200 residenti attendevano da tempo: l’inversione del trend di contagi dal virus, passati da 29 a 17, una decina di positivi finalmente “negativizzati” dopo diverse settimane di controlli, le regole che batti e ribatti alla fine stanno funzionando. I bambini hanno vissuto tutto, e in parte queste fragilità le lasciano intravedere anche dietro la mascherina, ma davanti al portone della scuola per qualche istante tornano semplicemente bambini. In un angolo, con il viso mogio mogio e qualche lacrima che scivola giù lungo le guance, la piccola Giulia si fa consolare da mamma Paola Muscau. «Troppe emozioni per tutti oggi, quest’anno va così», dice la madre dopo avere convinto la piccola che in fondo, a scuola, nulla era cambiato. Ma certo, per grandi e piccini, vedere l’ingresso a scuola ai tempi del Covid significa digerire una rivoluzione fatta di alunni in fila indiana, saluti con il gomito, igienizzante all’ingresso, e una lista di cose che non si possono più fare. «Perché quest’anno è diverso, mi raccomando». Eppure i sorrisi riescono a spuntare anche dalle mascherine. Mamma Gonaria Castangia, ad esempio, il suo riesce a trasmetterlo pure dietro il filtro che le copre la bocca. «Ho tre bimbi – racconta, mentre saluta con tanto entusiasmo visi, mamme e piccoli che non vedeva da tempo – e stamattina è stata una grossa emozione per tutti. Ci siamo misurati la temperatura, abbiamo preparato gli zaini, indossato le mascherine. E ora siamo qua, pronti a ricominciare».

Poco dopo, maestra Michela Mesina, passa vicino ai suoi alunni ritrovati. Li saluta da lontano, stringe meglio i cartelloni colorati che porta sottobraccio, e varca l’ingresso pronta a ricominciare. «Ho tanta voglia di riprendere il filo interrotto mesi fa con i miei alunni – spiega maestra Anna Maria Scottu, appena arrivata da Oliena – perché sì, abbiamo lavorato a distanza, ma rientrare in classe è tutta un’altra cosa, e ora la voglia di farlo è tanta. Abbiamo tutti bisogno di ricominciare dalla scuola». I bambini, nel frattempo, varcano l’ingresso dell’istituto comprensivo, divisi per classe, in fila indiana e alla giusta distanza. «Per le prossime due settimane – precisa ancora la responsabile del plesso, Giovanna Mereu – faranno lezioni di mattina, mentre gli alunni delle Medie le faranno nel pomeriggio. Perché tutti insieme non ci stanno, visto che nelle scuole elementari di piazza Caduti stanno terminando gli interventi di ristrutturazione». «Nelle scuole abbiamo investito tanto – racconta il sindaco Dionigi Deledda – un milione e 150mila euro di lavori tra i vari plessi. Ma la vera vittoria di quest’anno così difficile, dopo la fase del picco del virus, è quella di oggi: è il fatto che siamo riusciti a riaprire le scuole. E la prima lezione che oggi dovranno imparare i ragazzi è quella di imparare nuovi comportamenti, imparare a confrontarsi con una nuova realtà».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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