La Nuova Sardegna

Becciu choc: rinuncia al cardinalato e cause santi

di Mario Girau
Becciu choc: rinuncia al cardinalato e cause santi

Le dimissioni su spinta di Papa Francesco. Il possibile motivo: l’affare a Londra

25 settembre 2020
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SASSARI. Il cardinale Angelo Becciu non è più prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e ha rinunciato ai diritti connessi al cardinalato. Papa Francesco, infatti, ieri pomeriggio ha accettato le sue dimissioni dal prestigioso incarico al termine di un’udienza che qualche agenzia ha definito scioccante. All'Adnkronos che gli chiedeva un commento, Becciu ha risposto: "Preferisco il silenzio”. Il Vaticano in una nota diffusa in modo inconsueto in serata, ha dato la clamorosa notizia che rivela una rottura totale tra il Papa e il porporato di Pattada. Comprensibili le dimissioni da responsabile della “fabbrica dei santi”, ma inusitata la rinuncia ai diritti e alle prerogative del cardinalato: tra queste, la più importante e grave, è l’impossibilità per Becciu di partecipare al prossimo conclave per l’elezione di un nuovo Sommo Pontefice.

Quali le cause del provvedimento papale, probabilmente del tutto inatteso dal cardinale che si era recato da Francesco per una di quelle udienze definite di “tabella” – d’ufficio – per far firmare al Pontefice i decreti di venerabilità e beatificazione dei Servi di Dio, non è dato sapere, anche se tutte le ricostruzioni fanno risalire la decisione papale agli sviluppi della vicenda del palazzo di Sloane Avenue a Londra, su cui da oltre un anno indaga la magistratura vaticana: lo stabile sarebbe stato acquistato dalla Santa Sede a un prezzo (148 milioni di euro) notevolmente superiore al suo valore iniziale. Un’operazione negli stessi ambienti vaticani definita “opaca”, che ha dato il via all’interno delle mura leonine a una serie di dichiarazioni in libertà, soft nella forma, ma pesantissime nella sostanza come lo scontro “diplomatico” ma non troppo tra il porporato sardo e il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, numero due della gerarchia vaticana. Le dimissioni di Becciu, sembra a questo punto esplicitamente richieste dal Papa, potrebbero far pensare che l’inchiesta vaticana, tempestivamente avviata dal Pontefice, sia giunta alla conclusione. Ovviamente è solo un’ipotesi. Lo stesso Papa Francesco l’anno scorso durante una delle sue solite conferenze stampa in aereo a conclusione di un viaggio aveva riconosciuto la prontezza delle indagini vaticane scattate tempestivamente per far luce sull’operazione, che ha visto in campo operatori finanziari e portato al sequestro di computer e documenti negli uffici della Segreteria di Stato e alla sospensione di cinque funzionari, tra cui il segretario di monsignor Angelo Becciu.

Su questa vicenda il cardinale sardo ha sempre tenuto un profilo basso, ricordando che da giugno 2018 – quindi un anno prima dello scoppio dello scandalo – non era più responsabile della Segreteria di Stato per gli Affari interni e, quindi, all’oscuro di ulteriori sviluppi e operazioni riguardanti il palazzo londinese. Anzi il porporato aveva non solo l’impressione ma quasi la certezza di essere finito nella “macchina del fango”. «Contro di me sono accuse infanganti che respingo in modo fermo e sdegnoso. Ho la coscienza a posto e so di aver agito sempre nell'interesse della Santa Sede e mai mio personale. Chi mi conosce da vicino lo può attestare», si è sempre difeso il cardinale sardo. Più volte, anche alla fine dell’anno scorso, Becciu era pronto a una dichiarazione pubblica. Anzi, verso la fine dell’anno, era circolata la notizia che l’alto prelato avesse scritto una lettera da inviare ai giornali sardi per difendere la sua posizione e chiarire il suo comportamento davanti alla Chiesa tutta, ma in particolare davanti ai sardi. Una lettera rimasta nel cassetto per volontà, si dice, del Vaticano.



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