La Nuova Sardegna

Terapie intensive a livello di guardia in Sardegna

di Umberto Aime
Terapie intensive a livello di guardia in Sardegna

Il rapporto dell’Università Cattolica mette sotto osservazione l'isola. E il 7 ottobre il ministro Speranza sarà nell’isola per un congresso dei medici

03 ottobre 2020
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CAGLIARI. Governo e Regione continuano a essere ai ferri corti sulla gestione sanitaria della seconda ondata della pandemia. Nel frattempo la Sardegna è sempre più una sorvegliata speciale da parte degli Osservatori e delle Università, impegnate a indagare su come l’Italia stia rispondendo alla recrudescenza del Covid. L’ultimo report, pubblicato dal centro ricerche della Cattolica, sostiene che per quanto riguarda i posti letto in terapia intensiva «la situazione è sotto controllo ma al limite».

L’arrivo di Speranza. La pace fra Governo e Regione è ancora molto lontana dall’essere ritrovata, nonostante siano trascorsi ormai una decina di giorni dalle furiose polemiche, compreso un ricorso al Tar, sull’ordinanza del governatore Christian Solinas che imponeva i tamponi obbligatori nei porti e negli aeroporti. Una schiarita potrebbe esserci mercoledì 7 ottobre, con la missione a Cagliari del ministro della salute. Roberto Speranza è annunciato fra i relatori del 77esimo congresso nazionale della Federazione dei medici di base, la Fimmg, organizzato a Villasimius all’inizio della prossima settimana. Il programma del ministro non è stato ancora completato, ma stando ad alcune indiscrezioni è possibile che, nelle prossime ore, possa essere inserito un vertice fra Speranza e il governatore Solinas, oppure con l’assessore alla sanità Mario Nieddu.

Ferri corti. È da mesi che Palazzo Chigi e la Regione sono in conflitto. Anche nella prima fase della pandemia non sono mancati gli attriti. Anzi, sono esplosi quando per la prima volta Solinas cominciò ad accennare alla possibilità di un passaporto sanitario (poi trasformato in registro di negatività) per l’ingresso dei turisti in Sardegna. Da quel momento in poi, con protagonista anche il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia, i rapporti istituzionali si sono fatti sempre più tesi, con un insistente scambio di reciproche accuse fra Roma e Cagliari. Fino a sfociare, a metà settembre nel ricorso al Tar del Governo e del ministero della salute contro l’ordinanza numero 43, quella dei tamponi obbligatori al momento dello sbarco. Battaglia amministrativa poi vinta dal Governo, con la bocciatura delle prescrizioni regionali decisa dal presidente del Tar Sardegna. Quel giorno il Governo commentò così la vittoria: «D’ora in poi non saranno più ammesse fughe in avanti da parte delle Regioni». La replica di Solinas fu piccata: «Credo che la Sardegna non abbia pagato finora il fatto di essere governata dal centrodestra, semmai il fatto che in Italia ci sia un governo di centrosinistra». Mercoledì 7 ottobre sarà un giorno importante anche per un altro motivo. Di mattina, in camera di consiglio, i giudici del Tar dovranno esprimersi una seconda volta sull’ordinanza bocciata. Dopo la sospensiva di metà settembre, entreranno nel merito della disputa fra il Governo e la Regione.

Sorvegliata speciale. La Sardegna continua a essere al centro di diverse indagini nazionali. Dopo quella dell’Osservatorio sulla salute, che ha denunciato un aumento esplosivo di contagi, intorno al 154 per cento, da giugno a settembre, ora è la volta dell’Università Cattolica. I ricercatori dell’Alta scuola di economia sui sistemi sanitari hanno accertato che «in Sardegna la saturazione dei posti letto in terapia intensiva è cresciuta fino a raggiungere l’8,3 per cento». Il che vuole dire: ogni 100 positivi sono almeno 8 i ricoverati negli ospedali. Ad aver un’incidenza più alta è solo la Liguria, 9,3, mentre le altre regioni del Centrosud sono appena sotto la Sardegna come saturazione di posti letto. «Sono dati – si legge nel report – che confermano come il sempre più crescente numero di contagi provochi immediatamente una maggiore pressione del Covid sul sistema sanitario». Per poi aggiungere: «Se a giugno non ci fosse stato il necessario incremento di posti letto, l’incidenza dei ricoveri in Sardegna sarebbe stata molto più alta e avrebbe raggiunto almeno il 14 per cento». Ma «nel complesso – prosegue il report – la situazione è sotto controllo, anche se solo in apparenza. Per questo la guardia deve continuare a rimanere alta». Anche se l’assessore Nieddu ha replicato: «Il piano per l'emergenza Covid, adottato dalla Sardegna e approvato dal ministero della salute, prevede già un incremento delle terapie intensive e sub-intensive. L’attivazione progressiva dei posti letto andrà di pari passo con l’eventuale aumento dei ricoveri».

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