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«Carbone, addio senza ritardi ma il metano qui non ha senso»

di Giuseppe Centore
«Carbone, addio senza ritardi ma il metano qui non ha senso»

CAGLIARI. La decarbonizzazione, cioè eliminare il minerale fossile dal sistema dei combustibili delle centrali elettriche nazionali, è possibile, opportuno e strategico, ma l’alternativa al carbone...

07 ottobre 2020
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CAGLIARI. La decarbonizzazione, cioè eliminare il minerale fossile dal sistema dei combustibili delle centrali elettriche nazionali, è possibile, opportuno e strategico, ma l’alternativa al carbone non può essere, in Sardegna più che altrove, il gas.

Lo sostiene Legambiente in un report presentato ieri che dedica, anche attraverso la collaborazione delle reti locali, un intero capitolo alla Sardegna. Secondo Legambiente sia in ambito regionale che nazionale, le possibili, nel nostro caso quasi obbligatorie, centrali a metano non solo non servono al sistema energetico perché di tecnologia superata e costosa, ma contraddicono anche il piano per il clima varato lo scorso anno. La previsione di nuove centrali a gas per 3 o 4 gigawatt, uno di questi dedicato alla Sardegna, sarebbe così «immotivata se non per assecondare le utilities dei fossili e del grande termoelettrico, che punta ancora a controllare il mercato dell’energia».

Legambiente per realizzare la sua proposta si è avvalsa delle riflessioni e delle eleborazioni di Alex Sorokin, ingegnere di origine australiana attivo nel mercato delle rinnovabili.

La parte dedicata alla Sardegna è centrale, perché è proprio nell’isola che Legambiente propone più fotovoltaico, più eolico, e maggior uso di sistemi di accumulo dell’energia, sia elettrochimico che idrico. Ma se altrove le centrali a metano ci sono già, e quindi Legambiente propone di non realizzarne altre perchè «sovrabbondanti» rispetto alla domanda, per l’isola forti anche del Piano per il clima e dei fondi per la transizione energetica si ipotizza di passare direttamente oltre, facendo dell’isola un «laboratorio per le politiche avanzate». Il punto di forza di tale proposta Legambiente lo individua nel decreto Semplificazioni, approvato ad agosto dal Parlamento. «Contiene una buona notizia: la scomparsa della dorsale del gas». In realtà il decreto convertito in legge, non cancella direttamente la dorsale, ma prevede agevolazioni per altre parti del sistema del gas: depositi e rigassificatori, e per una tipologia di utenti, quelli industriali. Sono così quattro i punti cardine del sistema sardo: la chiusura delle centrali a carbone a nord e a sud entro il 2025; un «esame approfondito» sulle emissioni della centrale Sarlux-Saras; la realizzazione del Tyrrhenian link, l’elettrodotto Sardegna-Sicilia-Campa definito «cruciale»; la bonifica delle aree industriali.

Il metano avrà dunque solo un uso temporalmente e quantitativamente limitato. Due depositi costieri, hanno calcolato i tecnici di Legambiente, sono sufficienti a garantire i consumi sardi sia per usi civili che industriali. Le reti locali saranno servite da autobotti, ma queste, a loro volta alimentate a metano, incideranno poco sull’ambiente. Legambiente in ogni caso prevede una «compensazione per la mancata metanizzazione con una riduzione delle tariffe per la fornitura di energia elettrica», e lancia su questo un appello all’autorità per la regolazione.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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