Sport amatoriale, uno stop che non sorprende
Vanuzzo, ex capitano della Dinamo e gestore di un impianto: «Giusto, ma il Governo ci aiuti»
14 ottobre 2020
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SASSARI. «Lo stop al calcetto? Me lo aspettavo. È impossibile garantire il distanziamento con dieci giocatori in campo, figuriamoci quando si tratta di una partitella tra amici». Manuel Vanuzzo sa di cosa parla, è stato uno dei capitani più amati della Dinamo basket. Con i biancoblù ha vinto lo storico scudetto, due Coppe Italia e una Supercoppa. Dopo il ritiro dal basket professionistico, ora gestisce lo Sporting Club Milano 26, a Sassari: tre campi di calcio a 5, e quelli per il padel.
Che il calcetto fosse un veicolo di trasmissione del virus, secondo Vanuzzo lo avevano già capito anche i “fissati” del giovedì sera. «A settembre dell’anno scorso nei tre campetti si disputavano 12-14 partite al giorno, era anche difficile centrare gli incastri. Nelle ultime tre settimane, invece, non più di 5 partite al giorno. È comunque dalla fine del lockdown che il calcetto non tira più come prima, la gente ha paura, quindi ben venga il divieto del governo». Ma c’è un ma. «Il governo dovrebbe sostenere le strutture come la mia, soprattutto dopo queste ulteriori limitazioni che si tradurranno in una perdita economica difficile da sostenere, ma temo che non andrà così».
La corsa dei contagi da Covid ha fermato gli sport da contatto a livello amatoriale, come il calcetto appunto, oppure le partitelle con gli amici al campetto da basket di quartiere. Ma gli sport di base possono continuare. «Si sta creando molta confusione – spiega Pier Paolo Murgioni, organizzatore del torneo regionale di volley “Manofuori”–. Calcio, rugby, danza, pallavolo, basket e tutte le altre attività gestite da società che abbiano attivato protocolli di sicurezza non sono state limitate. Questo vuol dire che i bambini e i ragazzi iscritti a scuole o campionati potranno continuare l’attività, ovviamente nel rispetto delle regole. Sono state bloccate solo le partitelle organizzate tra amici, nulla di più».
Anche perché, come ha sottolineato il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, «lo sport è salute, promuove corretti stili di vita e tutela il benessere psico-fisico in ogni suo aspetto e a tutte le età». «Lo sport è un diritto fondamentale – ribadisce Murgioni –, mi auguro che non venga colpito più di quanto non sia già stato fatto». (g.z.)
Che il calcetto fosse un veicolo di trasmissione del virus, secondo Vanuzzo lo avevano già capito anche i “fissati” del giovedì sera. «A settembre dell’anno scorso nei tre campetti si disputavano 12-14 partite al giorno, era anche difficile centrare gli incastri. Nelle ultime tre settimane, invece, non più di 5 partite al giorno. È comunque dalla fine del lockdown che il calcetto non tira più come prima, la gente ha paura, quindi ben venga il divieto del governo». Ma c’è un ma. «Il governo dovrebbe sostenere le strutture come la mia, soprattutto dopo queste ulteriori limitazioni che si tradurranno in una perdita economica difficile da sostenere, ma temo che non andrà così».
La corsa dei contagi da Covid ha fermato gli sport da contatto a livello amatoriale, come il calcetto appunto, oppure le partitelle con gli amici al campetto da basket di quartiere. Ma gli sport di base possono continuare. «Si sta creando molta confusione – spiega Pier Paolo Murgioni, organizzatore del torneo regionale di volley “Manofuori”–. Calcio, rugby, danza, pallavolo, basket e tutte le altre attività gestite da società che abbiano attivato protocolli di sicurezza non sono state limitate. Questo vuol dire che i bambini e i ragazzi iscritti a scuole o campionati potranno continuare l’attività, ovviamente nel rispetto delle regole. Sono state bloccate solo le partitelle organizzate tra amici, nulla di più».
Anche perché, come ha sottolineato il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, «lo sport è salute, promuove corretti stili di vita e tutela il benessere psico-fisico in ogni suo aspetto e a tutte le età». «Lo sport è un diritto fondamentale – ribadisce Murgioni –, mi auguro che non venga colpito più di quanto non sia già stato fatto». (g.z.)