La Nuova Sardegna

Abusi sul nipote, condannato a 8 anni

Abusi sul nipote, condannato a 8 anni

Un 63enne di Quartu inchiodato da video e intercettazioni ambientali

15 ottobre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Preso sul fatto dalla polizia di Quartu Sant’Elena mentre abusava del nipote dodicenne e di un altro ragazzino della stessa età usandoli come oggetti sessuali, il sessantatreenne G.M - il nome completo viene omesso a tutela delle vittime - è stato condannato a otto anni di carcere dal gup Maria Alessandra Tedde a conclusione del giudizio immediato. E’ colpevole di violenza sessuale continuata su minori di quattordici anni e soltanto grazie alla scelta del rito abbreviato da parte del difensore Alberto Filippini ha potuto evitare una pena più pesante: le prove a suo carico non lasciano spazio a dubbi perché agli atti del procedimento penale risultano video girati dalla polizia e intercettazioni ambientali dal contenuto chiarissimo. All’imputato è stato inflitto anche un anno di libertà vigilata, in più dovrà risarcire i familiari delle due vittime - patrocinati dagli avvocati Pierandrea Setzu, Alberto Cani, Dario Sarigu e Davide Piasotti - con 50 mila euro. La sentenza è in linea con le richieste del pm Giangiacomo Pilia, che ha istruito il processo e ha disposto l’arresto quando G.M è stato colto sul fatto.

Tutto nasce il 23 ottobre dello scorso anno, quando il Telefono azzurro riceve la chiamata disperata di una madre. Il racconto è inquietante: il figlio minorenne le ha appena confessato di aver subìto una sequenza di abusi da parte dello zio, che abitava al piano di sopra della sua casa. A quell’uomo il ragazzino veniva spesso affidato quando i genitori erano al lavoro, andava a prenderlo a scuola, lo teneva con sé nella sua stanza insieme a un altro dodicenne, che talvolta era invitato a partecipare e altre solo a guardare. Nel racconto del ragazzino anche video porno e la richiesta insistente di altre disponibilità, che venivano ricompensate con banconote da dieci euro seguite dalla raccomandazione di non raccontare nulla a nessuno. E’ stata poi la madre del bambino a riferire agli investigatori i comportamenti dello zio, compresa l’abitudine di frequentare con assiduità i ragazzi che facevano parte di associazioni sportive: secondo la donna alcuni di loro trascorrevano intere giornate con lui, all’interno della sua camera da letto, con le serrande accuratamente abbassate. Ma su queste circostanze non sono emersi nell’indagine indizi significativi. La polizia di Quartu non è rimasta inerte: raccolte le informazioni nel giro di poche ore è stata richiesta al giudice l’autorizzazione a installare videocamere e microfoni nella stanza del sessantatreenne, che già alla prima registrazione hanno confermato i racconti delle vittime. La trascrizione delle conversazioni è inequivocabile, così come le immagini: le polizia si è trovata di fronte a un caso evidente di abuso su minori che andava avanti da almeno due anni, grazie a una frequentazione divenuta abituale dei due ragazzini. Il seguito è procedura: G.M è stato arrestato ed ora è arrivata la condanna. (m.l)

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative