La Nuova Sardegna

Anas: la burocrazia blocca investimenti e cantieri

di Silvia Sanna
Anas: la burocrazia blocca investimenti e cantieri

Quattro miliardi fermi, il dirigente Ruocco: iter complessi, serve una svolta

22 ottobre 2020
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SASSARI. Il principale nemico è la burocrazia, l’iter per ottenere le autorizzazioni, con doppi e tripli passaggi, passi indietro e ripartenze. Il risultato sono tempi lunghi e opere strategiche bloccate, nonostante in cassa ci siano le risorse per realizzarle. L’Anas ha in dotazione 4 miliardi, destinati agli investimenti: decine di collegamenti stradali, principali e secondari. Tutti attesissimi. Francesco Ruocco, responsabile struttura territoriale per la Sardegna, conferma la situazione di stallo denunciata ieri sulle pagine della Nuova. E sollecita un cambio di passo.

Dottor Ruocco, 4 miliardi fermi nelle casse Anas. Come si è arrivati a questa situazione?

«Dobbiamo precisare che la cifra si riferisce a tutti gli investimenti previsti in Sardegna, molti dei quali, sono già in avanzato stato di realizzazione e che circa 1,5 miliardi si riferiscono a investimenti di nuove opere contenuti nel contratto di programma con il Ministero 2016/2020».

Come e quanto leggi più snelle potrebbero accelerare le procedure e dare gambe alle opere in tempi ragionevoli?

«Molto del rallentamento deriva sicuramente da una eccessiva burocrazia nei processi autorizzativi; in particolare dal doppio passaggio Ministeri – Enti locali. Il decreto Semplificazioni offre un contributo per la velocizzazione dei processi».

Tra gli interventi fermi, una quota significativa riguarda strade secondarie, statali e provinciali. Quanto è stato investito da Anas negli ultimi 10 anni sulle arterie principali, come 131 o Sassari-Olbia, e quanto sulle strade interne?

«Anas gestisce in Sardegna circa tremila chilometri di strade statali sulle quali dal 2016 ha avviato un importante programma di investimenti. Solo quest’anno è in programma il completamento di progetti di manutenzione programmata per circa 100 miliardi ed entro fine anno si ipotizza una spesa per lavori di circa 60 milioni, oltre 15milioni circa di manutenzioni ricorrenti, la maggior parte dei quali sono investimenti sulle Statali 131 e 131 Dcn. A ciò si devono aggiungere le produzioni realizzate nell’ambito dei lavori di nuove opere, per un importo di circa 100 milioni, anche in questo caso derivanti in larga parte dai lavori di realizzazione dell’itinerario “Sassari Olbia”».

Spesso progetti già approvati vengono bloccati dalle richieste che arrivano dai territori, per esempio varianti per realizzare svincoli. C'è un modo per evitarlo così che la fase di realizzazione possa procedere spedita?

«Esiste un problema di sistema nella realizzazione delle opere pubbliche. Può capitare che torniamo diverse volte dalla stessa amministrazione per avere il via libera ai progetti. Tra il concepimento dell’opera e l’affidamento dei lavori, possono trascorrere diversi anni. In questo percorso le attività che coinvolgono direttamente una stazione appaltante come Anas rappresentano meno di un terzo del tempo impiegato, mentre i restanti due terzi sono necessari per le attività svolte da enti terzi come ministeri, enti regionali, comuni».

Quali sono i principali interventi in questo momento bloccati nell'isola?

«Parlerei più che di interventi bloccati, di interventi che con grande determinazione si stanno riavviando, grazie anche alla collaborazione istituzionale della Regione. Mi piace ricordare che lo scorso agosto abbiamo dato nuovamente il via al cantiere del 4° lotto della Sassari Olbia e che proprio oggi è stato sottoscritto il contratto per il riavvio dei tanto attesi lavori di completamento della Strada statale 125 “Orientale Sarda” nel tratto Tertenia – Tortolì».

È vero che anche per realizzare una rotatoria bisogna chiedere il permesso a Roma? Perché il dipartimento regionale dell'Anas non riesce a avere maggiore autonomia?

«Le autorizzazioni da richiedere sono sempre in funzione della tipologia di intervento da eseguire e della situazione dei vincoli presenti sul territorio. A ciò si aggiunga che per le opere di interesse nazionale, come le strade statali, le autorizzazioni ambientali spesso sono demandate al ministero dell’Ambiente. Può quindi capitare anche che per realizzare un sistema di rotatorie possa essere necessario acquisire pareri che vanno oltre la competenza regionale. Il problema non è nella gestione di competenze tra la direzione e la struttura territoriale, quanto il fatto che Anas, nella qualità di soggetto attuatore, non può operare alcuna deroga alle norme».

Siamo di fronte a un problema solo sardo o una situazione analoga si ritrova anche in altre regioni?

«L’attuale stato di crisi del settore delle imprese di costruzione ha determinato fallimenti a catena, ed è stato necessario avviare riaffidamenti e riappalti. Il rilevante numero di casi di crisi finanziarie delle imprese impegnate in grandi opere, in Sardegna come nel resto del Paese, hanno comportato molto spesso interventi diretti da parte di Anas nei pagamenti a subappaltatori. Le modifiche introdotte con il Dl Semplificazioni al Codice degli appalti, che si auspica possano essere estese anche dopo la fase emergenziale, potranno rendere più veloce l’iter di un progetto e le procedure di appalto. Su questo tema Anas aveva già ha presentato al Governo alcune proposte di modifiche legislative al fine di semplificare un iter che prevede passaggi molteplici e ripetuti più volte».

Calendario opere strategiche nell'isola, quale è la dead line per il completamento della Sassari-Olbia a quattro corsie?

«Per la fine del 2020 saranno resi funzionali e aperti al traffico i lotti 5 e 6 dell’Itinerario, che porteranno a 60 i chilometri di nuova strada a 4 corsie. Si può ragionevolmente ipotizzare che il 2023 sia l’anno in cui potremmo percorrere l’intero itinerario della nuova Sassari Olbia».



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