La Nuova Sardegna

Covid, dubbi di Solinas sulle aperture a rischio impugnazione: è stallo

Il presidente Solinas
Il presidente Solinas

Nella trattativa il Governo ha detto con chiarezza che le misure aggiuntive delle Regioni possono essere solo in senso restrittivo

30 ottobre 2020
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CAGLIARI. Il Dpcm con le ultime restrizioni anti Covid è in vigore da lunedì 26 otobre ma l'ordinanza della Regione Sardegna che dovrebbe integrarne i contenuti non è stata ancora adottata. Non è bastata una nottata di trattative con il Governo e con i capigruppo di maggioranza e opposizione per convincere il presidente Christian Solinas a mettere in campo le misure annunciate. In parte restrittive, come la didattica a distanza al 100% e la riduzione della capienza dei trasporti pubblici fino al 50%, e in parte «permissive» rispetto al decreto nazionale.

Proprio queste ultime - apertura di bar fino alle 20 e di ristoranti fino alle 23, ma anche di palestre, piscine e teatri seppur con ingressi contingentati - sono all'origine dell'impasse. Solinas, infatti, ha condiviso la proposta con Palazzo Chigi ma ha ottenuto una bocciatura. Ieri Roma è stata chiara: solo norme più restrittive dalle Regioni, altrimenti impugnamo. Non è un caso se anche le Province Autonome di Trento e Bolzano abbiano fatto marcia indietro rispetto ad ordinanze che di fatto aggiravano il Dpcm.

Lo stesso presidente della Regione Sicilia, Musumeci, dopo aver annunciato un disegno di legge che avrebbe consentito di adottare misure estensive, ha poi chiarito che «nessuno ha intenzione di riaprire subito». Il modello Sicilia - una legge regionale al posto di un'ordinanza - potrebbe essere sposato anche dalla Sardegna. Una soluzione suggerita al tavolo di ieri notte dal consigliere di centrodestra Stefano Tunis (Sardegna 20Venti) e condivisa dal governatore Solinas. Sarebbe un modo per uscire da un vicolo cieco.

L'altra soluzione che potrebbe essere messa in campo già oggi 30 ottobre, è l'adozione di un provvedimento con le sole misure restrittive. In questo caso resterebbero però insoddisfatti ristoratori e gestori di centri fitness che due giorni fa sono scesi in piazza anche nell'Isola per manifestare contro il Dpcm. (Ansa).

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