La Nuova Sardegna

Covid in Sardegna, Nieddu: «Nessuno poteva prevedere un'evoluzione così rapida e violenta della pandemia»

Roberto Petretto
L'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu
L'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu

In tutta l'isola il sistema sanitario è in affanno, l'opposizione attacca e l'assessore regionale alla Sanità si difende

08 novembre 2020
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SASSARI. È passato un mese e tante cose sono cambiate. In peggio. Era il 9 ottobre quando l'assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, rispondeva così alle critiche dell'opposizione: «È grave diffondere informazioni non vere solo per generare allarmismo, l'emergenza pandemica nell'Isola è sotto controllo, ma qualcuno si ostina a soffiare sul fuoco alimentando la paura nei cittadini al punto di distorcere la realtà». Oggi, lo stesso assessore, di fronte a una situazione che da molti viene definita grave e, in alcuni casi, al limite del collasso, si giustifica così: «Nessuno poteva prevedere un'evoluzione così rapida e violenta della pandemia».Le emergenze. Due giorni fa la Regione ha illustrato il piano di potenziamento dell'apparato anti Covid: più di mille posti letto e organici rafforzati sul territorio. Ma l'emergenza è presente da ieri, continua oggi e forse ci sarà anche domani. Le denunce arrivano un po' da tutta l'isola.

Qui Sassari. Protezione civile, vigili del fuoco, esercito: tutti impegnati con misure (e strutture) eccezionali per tentare di alleviare la pressione sul Santissima Annunziata, dove il pronto soccorso e il reparto di malattie infettive rischiano di collassare. Una situazione che ha richiamato anche l'attenzione della procura della Repubblica che ha aperto un'inchiesta.Qui Cagliari. Le immagini delle ambulanze in fila, per ore, al pronto soccorso del Santissima Trinità, sono ben impresse nella memoria dei sardi. Ma il complesso impianto di strutture ospedaliere sta accusando problemi in serie. Il Binaghi diventa ospedale Covid, ma così si rischia di trascurare altre patologie seguite in quella struttura. Il Marino viene utilizzato come ospedale d'emergenza, ma le organizzazioni sindacali degli infermieri ne denunciano l'inadeguatezza. Altre strutture bloccano le visite non urgenti e il Brotzu è persino costretto a mandare propri rianimatori al Mater Olbia.

Qui Nuoro. Il dato è di ieri: 70 contagiati tra il personale del San Francesco. E chi è esente deve sobbarcarsi turni massacranti. Con il pronto soccorso che va in sofferenza, costringendo i pazienti a lunghe attese, e un ospedale da campo nuovo, ma senza medici. In più (ma questo è un problema diffuso) l'amministrazione comunale che non riesce ad avere in tempi rapidi gli aggiornamenti sul numero dei contagi.

Qui Olbia. Mancano i rianimatori, ma c'è anche carenza di posti letto, come ha denunciato il sindaco Nizzi. Si spera nel piano di potenziamento approvato dalla Regione, così come nell'arrivo dei primi medici arruolati con l'ultimo bando da 500 posti. Olbia, insieme a Sassari, è individuata come una delle zone a alta priorità. Il Mater è rientrato nel circuito di strutture Covid con i suoi posti in terapia intensiva, ma ha necessità di un aiuto da parte degli specialisti del Brotzu.

Qui Oristano. Pronto soccorso riservato solo a pazienti Covid e chiuso agli altri da una ventina di giorni: bisogna aggiungere altro?

Opposizione all'attacco. «Quanto stiamo vedendo oggi è a dir poco scandaloso - dice il segretario del Pd, Emanuele Cani -. Le cronache parlano esclusivamente di drammi in tutta l'isola, con rete di tracciamento che non riesce a funzionare, l'apertura di reparti dedicati all'emergenza Covid, annunciati per evitare il sovraffollamento degli altri è solamente un annuncio». Il segretario del Pd chiede «un'assunzione di responsabilità da parte di chi governa» perché «non c'è più tempo da perdere. Bisogna dare risposte alle persone che combattono contro il Covid, ma anche a quelle che combattono contro con altre patologie».

La difesa dell'assessore. In questa situazione i sindacati hanno indetto lo stato di agitazione della sanità, prendendosi le critiche dell'assessore Mario Nieddu che si difende contrattaccando: «La presa di posizione dei sindacati preoccupa, specie in un momento così delicato. A sorprendere sono le motivazioni alla base di questa decisione».Secondo l'assessore alla Sanità «le inadempienze lamentate sono in realtà riferibili ad azioni che abbiamo già intrapreso e ad altre che stiamo portando avanti».E ripete gli annunci degli ultimi giorni: «La Regione, attraverso le aziende sanitarie ha bandito ben 72 concorsi per assunzioni a tempo indeterminato. L'allungamento dei tempi per il loro espletamento è motivato solo dall'emergenza in atto».Secondo Nieddu le accuse di inerzia sul fronte del reclutamento del personale «risultano ancora più incomprensibili alla luce dell'ultimo avviso pubblico, appena chiuso, per la selezione di medici, anche non specializzati, che ha raccolto oltre settecento manifestazioni di interesse. Ares sta già procedendo alle chiamate, a partire dagli specializzandi». L'assessore ostenta sicurezza: «Il reclutamento in corso consentirà anche di incrementare la nostra capacità di tracciamento dei contagi. Sarà dedicato a questo scopo il personale in arrivo dal bando della protezione civile. Su questo fronte abbiamo anche messo in campo 40 veterinari dell'Ats che, nella provincia di Sassari». E sulle Usca dice: «Stiamo procedendo con ogni mezzo a disposizione all'incremento delle Unità speciali di continuità assistenziale e delle forze in prima linea nelle corsie degli ospedali.

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