La Nuova Sardegna

Lotta agli incendi: l’isola piange una vittima ma il fuoco fa meno paura

Lotta agli incendi: l’isola piange una vittima ma il fuoco fa meno paura

Il bilancio. Schierato un esercito di 7 mila persone. Costo della campagna: circa 30 milioni. Agosto ancora il mese più difficile, ma i danni sono stati meno gravi rispetto al 2019

12 novembre 2020
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CAGLIARI. Primo agosto e 17 settembre. Sono stati purtroppo questi i giorni più bui di una lunga ed estenuante campagna antincendi, cominciata a maggio e conclusa a ottobre. Soprattutto lo è stato il secondo, quello del lutto. Il 17 settembre Alessandro Diana aveva solo 19 anni, era un volontario, voleva spegnere un rogo nelle campagne di Pabillonis. Poi la jeep ribaltata in cunetta e lui morto sul colpo: titoleranno i giornali. «Alla presidenza della Repubblica, la Regione ha chiesto che Alessandro sia insignito alla memoria della medaglia d’oro al valor civile», ha annunciato l’assessore all’ambiente Gianni Lampis. Poi il primo agosto, un altro giorno terribile: oltre 2mila 600 ettari devastati dalle fiamme, 29 incendi divampati in poche ore fra Bonorva, Uri, Orgosolo e Sarule. Quasi un attacco simultaneo: «Abbiamo respinto anche quello con decisione», ha replicato ancora l’assessore.

La campagna. Il resto del bilancio di questi 160 giorni in prima linea è stato lasciato ai numeri e alle tabelle: gli incendi sono diminuiti del 18 per cento rispetto alla media dal 2010 al 2020, da 3.340 a 2.517 negli ultimi due. C’è stata anche una drastica riduzione della superficie complessiva percorsa delle fiamme per il secondo anno consecutivo: 8mila ettari nel 2020, con il 34 per cento in meno rispetto ai 12mila del passato. «È la conferma che la catena di comando ha funzionato e le squadre a terra, insieme agli elicotteri, al Super Puma, e ai Canadair, sono intervenute sempre con tempestività, riuscendo a frenare l’avanzata degli incendi», hanno sottolineato i vertici del Corpo forestale, Antonio Casula, dell’Agenzia Forestas, Giovanni Caria e Giuliano Patteri, e della Protezione civile, con il portavoce Mauro Merella.

Le forze in campo. L’esercito dell’antincendio – secondo la Regione – è andato al fronte con 7mila uomini fra forestali, vedette di Forestas, vigili del fuoco, volontari e barracelli. Sostenuti da 12 elicotteri noleggiati (tra l’altro a gennaio sarà assegnato il nuovo appalto, il vecchio è scaduto a ottobre), da tre Canadair della Protezione civile nazionale e da 300 mezzi. È stato calcolato anche un costo finale: 30 milioni fra personale, convenzioni e contratti esterni. «Devo ringraziare tutte le squadre entrate in azione in questi cinque mesi abbondanti, ma soprattutto i volontari e in particolare Alessandro Diana, il nostro eroe».

I trasgressori. Confermato che agosto è stato ancora una volta il mese più difficile, con 35 incendi in media al giorno, gran parte dei piromani non sono stati purtroppo identificati. Son stati loro gli autori di 7 attacchi ogni 10 focolai. I roghi rimasti a carico di ignoti sono 163, 52 le persone denunciate e 3 quelle arrestate.

Sfida culturale. L’assessore Lampis ha detto: «I numeri positivi di quest’anno non sono certo un punto d’arrivo. Dobbiamo fare ancora meglio ed essere sempre più efficienti. Vogliamo sconfiggere questa piaga che da troppo tempo affligge la Sardegna e lo faremo con la prevenzione». Nelle scuole soprattutto: «Appena finirà l’emergenza sanitaria – ha aggiunto – riprenderemo a confrontarci con gli studenti. È da loro che deve partire la consapevolezza che il patrimonio ambientale va difeso sempre e comunque». Continuerà anche la collaborazione con i Comuni, perché tutti, in tempi brevi, «adottino i piani di protezione civile che riguardano il rischio incendi e quello idrogeologico. Sono ancora troppi quelli senza: 41 non hanno né l’uno né l’altro». (ua)

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