La Nuova Sardegna

Tola, 15 anni da sindaco inseguendo il verde

di Luca Urgu
Tola, 15 anni da sindaco inseguendo il verde

Per l’ex primo cittadino di Posada tre mandati segnati dalla tutela dell’ambiente Tra i traguardi il parco di Tepilora, chilometri di piste ciclabili e i premi per il Puc

12 novembre 2020
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NUORO. Geologo, sardista – da due anni senza tessera dopo l’alleanza con la Lega del presidente Solinas – ciclista per passione e ambientalista convinto. Roberto Tola, 53 anni, da nemmeno tre settimane ormai ex sindaco di Posada, si potrebbe definire un passista delle due ruote. Andatura regolare e qualche scatto nelle salite più dure che anche nella vita e nei percorsi amministrativi non mancano. Traguardi importanti per lui e per la comunità che letti ora sanno di un bel palmares indossando virtualmente la maglia verde per essere stato uno degli ideatori e creatori – in ottica intercomunale - del Parco di Tepilora (Posada, Bitti, Lodè, Torpè), di chilometri di piste ciclabili e della storica acquisizione al patrimonio pubblico di alcune aree di grande importanza ambientale come dei 60 ettari della collina e pineta di Orvile, dello stagno Longu e Tundu e dell’immobile della Peschiera. Un borgo con il suo indubbio fascino che con la sua amministrazione ha acquisito appeal anche a livello nazionale ed internazionale come dimostrano in maniera oggettiva alcuni ambiti riconoscimenti (5 vele – Guida blu dal 2008 al 2020 Legambiente e Touring club, Inu (Istituto nazionale di urbanistica) Premio urbanistica per il Puc di Posada (2013), Premio del paesaggio del Consiglio d’Europa).

Inseguendo il verde. Quindici anni in frontiera seguendo con equilibrio un colore, quello verde inteso come tutela e protezione dell’ambiente e una linea di sviluppo precisa. Tre lustri di impegno al servizio del paese, della comunità e del territorio. Un lasso di tempo abbastanza lungo per fermarsi, fare i doverosi bilanci, riprendere in mano la vita personale e professionale. Tre mandati da sindaco non sono però abbastanza per sparire, per defilarsi completamente soprattutto quando l’uscita di scena avviene senza traumi, evitando polemiche o contrasti che segnano, fanno rimuginare a lungo e inevitabilmente lasciano fratture. Non sempre facili da ricomporre.

Tre mandati e due figlie. «Ci sono e ci sarò ancora. Il servizio per il paese non finisce con il mandato amministrativo. Ci sono tanti altri modi per essere utili e io lo farò». Parole di Roberto Tola, alla guida del Comune di Posada dal 2005 al 2020. «È stata senza dubbio un’esperienza esaltante, bella ma faticosa. Credo di essermi impegnato al massimo delle mie potenzialità, a discapito spesso degli affetti e della mia professione», dice Tola citando una delle frasi che compare anche nella lettera di saluto spedita due settimane fa agli abitanti (in 1400 case) della sua Posada. Una pagina fitta dove il geologo («ho ripreso in mano seriamente la mia professione, decisamente trascurata in questo periodo non breve»), alterna aspetto personali sulla sua longeva esperienza amministrativa («un’esperienza straordinaria che ti fa conoscere le persone come penso in nessun altra situazione») e fa anche un bilancio sui risultati conseguiti. «Ho due figlie, una di 14 anni e l’altra di 10, nate quando ero già sindaco. Tutte e due sono contentissime che abbia concluso. Gli ho levato molto spazio, è giusto che ora sia più presente».

In sella dal 2005. Subito un buon inizio con scelte urbanistiche coraggiose con l’approvazione del Puc (2011), del Pul (piano utilizzo dei litorali e dell’approvazione del piano particolareggiato per il centro storico), poi nel 2013 l’alluvione che se solo per un caso fortuito non ha portato come altrove vittime, ha sicuramente messo in guardia nella gestione dell’emergenza su un territorio fragile non sempre rispettato in passato dalla speculazione edilizia. «L’alluvione mi ha segnato e ci ha provato. Un’esperienza molto forte che ci ha fatto anche crescere implementando il settore della protezione civile e della gestione del territorio – rimarca l’ex primo cittadino – e dimostrato che il Puc appena approvato andava nella giusta direzione». Tornando al paragone sulle due ruote, il gran premio della montagna inseguito e raggiunto con impegno e perseveranza e con passo regolare, riguarda il Parco di Tepilora, ente di cui è presidente dimissionario. Istituito dalla Regione nel 2014 ha iniziato a muovere di fatto i primi passi nel 2016. E come tutte le rivoluzioni non senza polemiche e partiti dei contrari, che si sono però via via diradati, quando il Parco è diventato una realtà sempre più solida. Una parola ormai fagocitata da tutti gli schieramenti a Posada tanto che nelle ultime amministrative la gestione rientrava nei programmi dei tre candidati alla carica di sindaco. «Si è vero, nel Parco ci ho creduto tantissimo e ci credo tuttora, anche perché il percorso appena avviato deve essere proseguito per portare bene i suoi frutti. Mi sono speso molto assieme agli altri sindaci affinché questa creatura che collega le coste all’interno cresca. La cosa più bella è di aver fatto rete assieme a Bitti, Torpè e Lodè nell’ottica dello sviluppo sostenibile in un territorio magnifico. Oggi sta partendo la macchina amministrativa e le prime infrastrutture. Opere tangibili nei territori dei quattro paesi con piste ciclabili, centri per la commercializzazione dei prodotti agroalimentari e un campo scout a Bitti con la foresteria a Lodè. La cosa è certa il Parco di Tepilora non sarà uno stipendificio ma un luogo dove potranno sorgere imprese dall’alto valore ambientale».

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