La Nuova Sardegna

Covid hotel, Paolo Manca: «Alberghi a disposizione, ma non sono ospedali»

di Roberto Petretto
Covid hotel, Paolo Manca: «Alberghi a disposizione, ma non sono ospedali»

Il presidente di Federalberghi Sardegna: «Garantire sicurezza e sostenibilità economica»

15 novembre 2020
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SASSARI. L’obiettivo del commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, è, almeno a parole, molto chiaro: dotare ogni provincia italiana di un Covid hotel. Sarebbe 110 in tutto il paese. In Sardegna sono al momento due le strutture accreditate che hanno cominciato a funzionare: il Montiruju di Santa Maria Coghinas in provincia di Sassari e il Mistral in provincia di Oristano.

Al bando pubblicato dalla Regione avevano aderito una dozzina di strutture e 10 erano state ritenute idonee. In un primo momento, con un annuncio un po’ frettoloso, l’Ats aveva anche comunicato che era cominciato il trasferimento in una struttura di Sassari. Ma il contratto non era stato firmato e poi l’accordo è sfumato. Intesa raggiunta, invece, con altre due strutture che attualmente erogano il servizio.

«In pochissimi giorni c’è stata la disponibilità di una decina di strutture - ricorda Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna -. La Regione aveva anche diffuso i nomi senza neppure aver parlato con i responsabili delle strutture. A qualcuno è stato persino detto “vi stiamo mandando i positivi” senza neppure aver firmato».

In Sardegna sono circa 800 (su 920), le strutture alberghiere che chiudono dall’autunno alla primavera. Ma ovviamente non tutte sono idonee e possono essere messe a disposizione per l’emergenza. «Nessuno si tira indietro se c’è la necessità di fornire spazi per fronteggiare le criticità - dice ancora Manca -, però occorrono garanzie. Non si possono creare situazioni di rischio per il personale che è inquadrato come alberghiero e non può certo svolgere funzioni di personale sanitario. Occorrono protocolli molto precisi, personale formato, percorsi pulito-sporco definiti in maniera precisa, dotazione di dispositivi di sicurezza, smaltimento dei rifiuti». Perché, ribadisce il presidente di Federalberghi, «deve essere chiaro che è di competenza sanitaria tutto ciò che ha a che fare con virus. Gli alberghi non sono ospedali. Non siamo neanche capaci di fare ciò che si fa in un ospedale e quindi non possono essere riversate sugli alberghi responsabilità che sono degli ospedali».

I titolari delle strutture sono pronti a «supportare la Regione», ma allo stesso tempo chiedono garanzie. «Nessuno ha interesse a speculare - dice Paolo Manca -. Ma bisogna tenere a mente un’altra cosa: gli alberghi Covid sono a esclusivo utilizzo di pazienti Covid. La gestione deve essere sostenitibile: non si possono aprire tanti Covid hotel per mandare in ciascuna struttura un paio di pazienti. Non sarebbe sostenibile. Quindi non ne facciamo un problema di soldi, ma è chiaro che non ci si può rimettere».

Le strutture che hanno risposto al bando della regione e sono risultate idonee sono l'hotel Luci di La Muntagna a Porto Cervo, il Malaspina di (Bosa), una villetta privata a Magomadas (Oristano), l'hotel Califfo di Quartu Sant'Elena (Cagliari), il Su Lithu di Bitti (Nuoro), l'EuroWunder di Villacidro (Sud Sardegna), il Managheri di Oliena (Nuoro) e il Mansio Residence di Elmas (Cagliari).

La Regione pagherà 64 euro a persona per ogni giorno di permanenza. Gli alberghi devono essere vuoti, per evitare contatti fra i pazienti Covid e altri ospiti, con locali facilmente igienizzabili, senza moquette o pareti ricoperte da tessuti, dotati di camere con finestre, per garantire un'aerazione naturale, di servizi igienici con doccia o vasca a uso esclusivo, rete wi-fi e di aree esterne per consentire agli ospiti di uscire all'aperto. Il trattamento deve essere di pensione completa, con reception aperta 24 ore al giorno, kit di cortesia e cambio asciugamani e lenzuola ogni 3 giorni. Servizio di lavanderia (che deve essere presente) a carico degli ospiti.

Nel Piano di intervento Emergenza Covid 19, presentato venerdì dalla Regione, nella road map di 40 giorni che dovrebbe consentire una gestione della pandemia nell’isola, ai Covid hotel vengono dedicati pochi passaggi. Quando, nell’elencare le criticità del sistema, si fa cenno al fatto che la domiciliazione di un paziente positivo può determinare la trasmissione del virus ai conviventi, si fa cenno alla necessità di «rendere operative le strutture alberghiere». e utilizzarle «in attesa della negativizzazione del paziente». Come questo avverrà e in che tempi, al momento non è stato chiarito.

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