La Nuova Sardegna

Immersi nel silenzio di Sos Enattos per captare i segnali

di Roberto Sanna
Immersi nel silenzio di Sos Enattos per captare i segnali

La miniera di Lula è rimasta in lizza con i Paesi Bassi Candidata dagli studiosi per l’assenza di vibrazioni del suolo

18 novembre 2020
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SASSARI. Le onde gravitazionali si osservano e si studiano meglio in Sardegna. Una terra millenaria che si sta rivelando il posto più sicuro dove realizzare un osservatorio di onde gravitazionali di terza generazione, denominato Einstein Telescope, in grado di osservare i processi cosmici con sensibilità mai raggiunte finora. Uno studio condotto da un team multidisciplinare dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e dell’Università di Sassari, sulla miniera dismessa di Sos Enattos, nel territorio di Lula ai piedi del Montalbo, ha infatti portato questo luogo a diventare il candidato italiano ad ospitare il nuovo osservatorio in concorrenza con il Limburgo, regione al confine tra Belgio, Germania ed Olanda.

Per operare al meglio delle sue potenzialità, l’osservatorio dovrà essere realizzato in un’area geologicamente stabile e scarsamente abitata: le vibrazioni del suolo (di origine sia artificiale sia naturale) possono, infatti, mascherare il debole segnale generato dal passaggio di un’onda gravitazionale. Si è arrivati alla scelta dopo che sono stati installati, in collaborazione con l’Istituto nazionale di fisica nucleare e l'Università di Sassari «alcuni sismometri nei siti della miniera di Sos Enattos – spiega Carlo Giunchi, ricercatore dell’Ingv – per analizzare, fin nei valori minimi, l’ampiezza e la frequenza delle vibrazioni e comprenderne le sorgenti principali. Dalle registrazioni è emerso che ci troviamo in uno dei siti più silenziosi al mondo, caratteristica che lo rende particolarmente adatto a ospitare il telescopio». «Il passaggio successivo – aggiunge Domenico D’Urso dell’Università di Sassari – sarà caratterizzare il sottosuolo del sito in oggetto perché il grande rivelatore di onde gravitazionali sarà costituito da un sistema di gallerie sotterranee disposte a triangolo che ospiteranno degli interferometri laser ad altissima precisione. Queste rilevazioni saranno necessarie per capire come mettere a punto il sistema di gallerie, individuando al contempo le sorgenti del rumore e minimizzare i relativi effetti». Lo studio delle onde gravitazionali – spiega Luca Naticchioni, ricercatore dell’Infn – è molto importante perché permette di far luce su fenomeni cosmici come la fusione di sistemi binari di buchi neri e di stelle di neutroni, fornendo informazioni preziose, tanto per la fisica fondamentale quanto per lo studio dell’evoluzione dell’universo».

Stiamo parlando di un progetto che collocherebbe la Sardegna al centro della comunità scientifica internazionale: l’osservatorio Einstein Telescope è destinato a ricoprire un ruolo chiave a livello mondiale nell’attività di ricerca nel campo delle onde gravitazionali e per questo è sostenuto da diversi paesi europei, tra cui l’Italia che attraverso il Ministero dell’Università e della Ricerca, lo ha candidato per la prossima Roadmap 2021 di Esfri (European Strategy Forum on Research Infrastructure), il forum strategico europeo che individua quali saranno le future grandi infrastrutture su cui investire.

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