La Nuova Sardegna

Terapia intensiva in affanno i posti letto non bastano più

di Luigi Soriga
Terapia intensiva in affanno i posti letto non bastano più

A Sassari sono 14 come ad aprile: il raddoppio annunciato ancora non si è visto Medici costretti a prolungare l’uso dei caschi per impossibilità di intubare subito

23 novembre 2020
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SASSARI. La coperta è decisamente troppo corta: i 14 posti letto di terapia intensiva non sono più sufficienti per accogliere tutti i pazienti con deficit respiratorio importante che avrebbero bisogno di essere intubati. I medici e i rianimatori, che in condizioni gestionali normali, cioè fuori dal contesto pandemico, avrebbero prescritto immediatamente al paziente la ventilazione invasiva, ora devono fare i conti con la carenza di risorse. Anche perché assegnare una postazione intensiva, significa occupare quel letto per almeno due settimane. È una ciambella che in acque calme viene lanciata all’istante, in mezzo alla tempesta e con più naufraghi da salvare, la scelta è più ponderata.

«A volte ci troviamo nella condizione di dover prolungare l’utilizzo dei caschi cpap – spiega un medico – utilissimi, essenziali, ma fino a un certo punto. Aiutano nella respirazione, supportano la saturazione, ma fanno comunque lavorare i polmoni e il cuore in condizioni di affaticamento. Mentre un malato di covid con capacità respiratoria già compromessa, dovrebbe essere subito intubato e ventilato meccanicamente, mantenendolo sedato e in condizioni di riposo».

Il gioco delle 3 carte. Il problema è che dell’annunciato raddoppio dei letti intensivi, ancora non c’è traccia. Nell’ultima delibera datata 11 novembre, nella quale l’Aou di Sassari recepisce il Piano per l’Emergenza Covid della Regione del 5 novembre, si parla ancora una volta di ampliamenti. Non si entra mai nel dettaglio su nuovi posti letto da attivare nell’immediato. E finora ci si è mossi come nel gioco delle tre carte. Si spostano le caselle, si mischiano i reparti, si modificano le etichette, ma alla fine il risultato non cambia. I 14 posti in terapia intensiva erano tali a ad aprile e così sono rimasti anche adesso, nonostante gli annunci. Nessun potenziamento reale: si creano piccoli parcheggi per pazienti covid subintensivi convertendo mini reparti. Tra l’altro con una contaminazione dell’Hub Santissima Annunziata, che dovrebbe rimanere il più possibile pulito, e contravvenendo alle linee guida regionali che suggerivano di realizzare comparti covid esterni all’ospedale (sul modello del Brotzu di Cagliari).

Il ballo dei posti letto. Nel corso della prima ondata la capacità di risposta delle terapie intensive Aou era già arrivata a 15 posti (8 presso la Rianimazione 1 del Palazzo Clemente e 7 presso la cosiddetta rianimazione covid 2 di Malattie Infettive). In realtà la covid 2 venne rapidamente ridimensionata a 4/5 letti per problemi tecnici (sovraccarico elettrico). Poi, finita l’emergenza, nel corso della primavera-estate tutte le rianimazioni covid vennero riportate al funzionamento standard lasciando solo un avamposto intensivo di 3 letti in Malattie Infettive. Quando c'è stato il cluster delle discoteche in Costa e il boom di casi ad agosto, i letti intensivi in malattie infettive sono andati rapidamente in saturazione ed è stata riaperta la covid. A quel punto è stata espansa la capienza del reparto intensivo delle infettive (6 letti) e nel giro di pochi giorni è stata nuovamente chiusa la covid 1. Non eravamo lontani dalla seconda ondata, ciò avveniva ai primi di ottobre. Le avvisaglie erano evidenti, e c’era ancora il tempo per programmare e farsi trovare pronti. E invece in pochi giorni, nuova saturazione, nuova dichiarazione di emergenza e riapertura in corsa della covid 1. Insomma a metà ottobre i posti di rianimazione per covid sono di nuovo 14. Punto e a capo, si riparte dal via.

Tagli in Rianimazione. La direzione aziendale sa bene che 14 posti non possono essere sufficienti a fronteggiare questa fase. Allora mette in campo altri 5 letti, tagliando da una parte e cambiando ancora una volta etichetta. In pratica alla terapia intensiva pulita del Santissima vengono sottratti 5 posti letto. Da 15 si passa a 10: peccato che già in periodo normale il reparto fosse quasi sempre sold-out. Ora invece la Terapia Intensiva del Civile dovrà farsi carico anche dei pazienti intensivi non più gestiti dall’ospedale di Nuoro, diventato solo centro Covid. Ai quali si aggiungono già i pazienti provenienti dagli altri ospedali periferici, non dotati di tutte le specialità. Oristano trasferisce a Sassari cardiologici, neurochirurgici, sepsi gravi e infettivi, e lo stesso fanno Olbia, Ozieri, e Alghero. Ecco, nonostante la rianimazione del Santissima Annunziata sia di fatto il punto di riferimento per il nord e il centro Sardegna, viene impoverita di 5 postazioni, che verranno adibite a Cardiochirurgia intensiva.

La scelta è obbligata, perché nell’Hub di secondo livello una terapia intensiva cardiochirurgica non può scomparire: quindi, se quei locali e quei macchinari serviranno a curare 5 pazienti covid in gravi condizioni, allora il reparto dovrà essere ospitato da un’altra parte. Nella Rianimazione generale, per l’appunto, che andrà a perdere i 5 letti e vedrà ridotta la capacità di accoglienza da 15 a 10 posti. Significa che un paziente grave non positivo, in una particolare giornata, potrebbe trovare tutto occupato.

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