La Nuova Sardegna

La crisi economica spiegata ai ragazzi

di Federico Razzu

Le misure di sostegno, le prospettive dopo il covid, la Dad: studente intervista docente commercialista

03 dicembre 2020
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Un osservatorio privilegiato del mondo del lavoro in crisi per la pandemia. In questa intervista Francesco Canopoli, commercialista e docente al Polo tecnico Devilla, risponde su scuola e crisi.

Partiamo dalla scuola: qual è la sua esperienza in Dad?

«Ci sarebbe tanto da dire. Comunque, la Dad è una modalità di didattica d’emergenza che è stato necessario adottare per non interrompere del tutto il precorso formativo degli alunni. I suoi limiti attuali sono evidenti. Si tratta di limiti tecnologici, dovuti a sistemi informatici spesso inadeguati e a difficoltà di collegamento internet a cui si aggiunge una carente preparazione al suo uso. Per tali e altri motivi (es. soglia di concentrazione più bassa, difficoltà nella valutazione, ecc.) è molto più complicato ottenere gli stessi obbiettivi di formazione e apprendimento che si potrebbero raggiungere con la didattica in presenza. Ciononostante, grazie all’impegno profuso dai ragazzi e dai docenti, l’attività scolastica continua con risultati per il momento accettabili, nell’attesa che si possa rientrare a scuola».

Da docente a commercialista: quanto pesano, in questo momento, le casse integrazione per i dipendenti di attività chiuse o ridotte causa Covid?

«Si tratta di misure di sostegno del reddito conseguente alla sospensione o riduzione dell’attività produttiva. Sono, quindi provvedimenti assolutamente necessari sia per le imprese che hanno sospeso o ridotto la propria attività economica in modo significativo a causa del Covid, sia per i lavoratori i quali, altrimenti, potrebbero trovarsi privi di sostegno economico. E’ necessario, però, precisare che sono solo un parziale ristoro dei disagi sofferti sia per la loro entità, inferiore alla retribuzione perduta, sia per i tempi entro i quali avvengono gli esborsi».

Ci sono state rivolte e polemiche per la chiusura di palestre, bar e ristoranti. Rivolte giustificate o inconsapevolezza e incitamento mediatico?

«È necessario che la polemica, pur comprensibile, sia produttiva. Il che vuol dire accompagnare le critiche con proposte costruttive e fattibili. In caso contrario, la protesta non solo è fine a se stessa, ma può essere addirittura dannosa. Purtroppo, abbiamo assistito a rabbiose contestazioni pilotate per fini politici o, addirittura, da elementi criminali che niente hanno a che fare con una legittima contestazione».

Quali sono i principali problemi che le imprese devono affrontare in questo periodo?

«I problemi sono di natura economica e di natura finanziaria. I problemi di natura economica possono essere lo scarso reddito a causa della limitata attività svolta; i problemi di natura finanziaria sono soprattutto i costi fissi, che comportano pagamenti che non sono alimentati da entrate. Probabilmente i contributi stabiliti non sono adeguati, questo dipende anche dalla situazione economico-finanziaria dell’Italia».

Quanto pesa la scarsa educazione finanziaria sugli imprenditori e sulle imprese?

«L’educazione economica è sempre più importante in un mercato globale specializzato, c’è chi è più preparato, ha maggiore capacità di adeguarsi alle esigenze del mercato».

Quando si pensa all’Italia, si pensa all’ottimo cibo e a scenari paradisiaci, ma anche alla bassissima fedeltà fiscale. Quanto ha influito questo problema e quanto influirà?

«Con la corruzione, tantissimo e tantissimo, ritengo, influirà nel futuro. Si tratta di miliardi di euro sottratti alle casse comuni. Ritengo che, la corruzione, l’evasione fiscale e la mala gestione della cosa pubblica siano le cause principali della traballante situazione economica italiana. E’ qui che si dovrebbe intervenire innanzitutto, con la consapevolezza che la soluzione non è semplice e di breve periodo».

Quali scenari, secondo lei, si prospetteranno dopo la fine dell’emergenza?

«Ritengo che ci troveremo ad affrontare una situazione difficile che richiederà molti sacrifici».

Le tasse arretrate saranno una spada sulla testa di molti imprenditori, secondo lei ci sarà una specie di condono?

«Se per condono intendiamo la cancellazione o riduzione di parte dei debiti fiscali pregressi, penso di no, almeno non con l’attuale maggioranza. Potrebbe però succedere che, alla presenza di determinate condizioni, siano riconosciuti nuovi o più sostanziosi crediti e/o sgravi d’imposta».

Federico Razzu studia al Polo tecnico Devilla Dessì di Sassari

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