La Nuova Sardegna

 

Il click day: perchè dire no a questi soldi - L'INTERVENTO

di MARCELLO FOIS
Fresu e Caine in concerto
Fresu e Caine in concerto

Il bando a sportello? Un escamotage per non decidere niente in un ambito tanto complesso e spinoso come le attività culturali da finanziare

05 dicembre 2020
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Dovrebbe essere chiaro che questa faccenda dei finanziamenti alla legge 7 del Turismo non deve scatenare una guerra intestina tra poveri. Il commento cioè non può limitarsi a chi ne è stato escluso, ma al metodo di esclusione. Non vorrei che chi è stato incluso apparisse in qualche modo abusivo, perché, secondo la regola di ammissione, non lo è. Confondere questi due piani è pericolosissimo e, come al solito, superficialmente rivendicativo. Esiste una ratio, perversa, che ha generato questa graduatoria. Un miserrimo escamotage per non decidere niente in un ambito tanto complesso e spinoso come le attività culturali.  

Quelle, per intenderci, con cui “non” si mangerebbe. Ma, cari colleghi, ci si poteva aspettare da subito che il metodo dei contributi a sportello avrebbe partorito un mostro. E avrebbe inaugurato un sistema di erogazione senza l’onere di assumersi da parte dell’assessorato preposto le responsabilità culturali e politiche delle scelte fatte. Senza la fatica di studiare la storia pregressa, e la conseguente capacità di incidere, di ogni singolo evento. E soprattutto avrebbe santificato il concetto che si possono concedere soldi pubblici, cioè di tutti, semplicemente organizzando una triste lotteria, una riffa locale come nella peggiore delle sagre paesane.

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Ci si poteva aspettare tutto questo da una politica che ha fatto dell’ignavia il suo stendardo. Prima di partecipare al Bando. Perché se si è accettato di parteciparvi si devono accettare le regole del gioco. E si devono accettarne gli esiti.

Se tutte le manifestazioni oggi escluse fossero state incluse, quel metodo specifico rimarrebbe comunque inaccettabile. Chi riteneva, o si illudeva, di avere garanzie e ha partecipato comunque a questa riffa, pensandone giustamente tutto il peggio possibile, si è dovuto ricredere, perché il gioco a cui ha accettato di giocare è stato quello in cui tutti i partecipanti erano assolutamente pari, avevano tutti esattamente la stessa storia, tutti la stessa carriera, tutti gli stessi numeri. E, dunque, un gioco in cui non esistevano garanzie.

Una specie di “democrazia perversa” in cui il pregresso, la fatica, la professionalità, i riconoscimenti fuori e dentro l’isola, non contano niente. Se ci lasciamo trattare da accattoni ci tratteranno da accattoni, da nullafacenti che usufruiscono a sbafo dei soldi pubblici e che farebbero bene ad andare a zappare. Non bisognava proprio partecipare a questo bando siffatto, ribadire che il peso dell’interlocutore politico deve essere almeno pari alla propria storia professionale. La cosa peggiore che possiamo fare a questo punto è combattere gli uni contro gli altri.

L’azione auspicabile sarebbe quella di rinunciare tutti a questo sistema e quindi agli emolumenti che ne sono conseguiti, perché lo sportello, il click, che questa volta è stato benevolo con qualcuno la prossima volta potrebbe essergli nemico. E invece, checché ne pensi l’assessore in carica, noi svolgiamo un lavoro per cui occorre competenza, fatica, responsabilità, programmazione. Tutte cose che, con tutta evidenza, non sono state dirimenti perché i nostri amministratori del Turismo si sforzassero di concepire un sistema dignitoso nell’erogazione dei fondi.

Siamo gente di cultura, abbiamo contribuito non poco alla buona immagine di questa Regione che amiamo più di quanto lei, nella figura di chi attualmente ci governa, sembra amare noi. Non dovremmo accettare questo metodo, non dovremmo accettare questo trattamento. Non dovremmo accettare questi soldi.

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