La Nuova Sardegna

Il puzzle del metano in Sardegna: sarà una rete a pezzi

di Giuseppe Centore
Il puzzle del metano in Sardegna: sarà una rete a pezzi

Da Porto Torres collegamenti per quattro bacini, con area di stoccaggio. Oristano collegata al sud con un pezzo di dorsale, tagliate fuori molte zone

06 dicembre 2020
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CAGLIARI. Manovre natalizie sul fronte della riforma del sistema energetico sardo. Sono alla fase finale gli incontri di Snam e Italgas al ministero dello sviluppo economico per tratteggiare il percorso, sul come e il dove il metano arriverà nell’isola. Il perimetro è quello della legge varata a settembre e che prevede un sistema del gas con due rigassificatori a sostegno delle aree industriali e un prezzo regolato per la fase di arrivo, vendita e rigassificazione. Per Snam, incaricata per legge di portare e vendere il gas ai due poli, il lavoro si sta concentrando su quali sono le soluzioni ingegneristiche migliori per collocare i rigassificatori e come rendere poi fattibile la sua commercializzazione oltre le aree industriali. Italgas, che ha mandato una dura nota ad Arera dove chiede tempi certi e regole chiare per la vendita al dettaglio del gas, vuole rendere profittevoli gli investimenti fatti e dare risposte certe alle migliaia di manifestazioni di interesse ricevute dai singoli utenti per passare al metano. Passare alla fase superiore entro il 2022 per Italgas, che come Snam ha confermato gli investimenti per il triennio riferiti alla Sardegna, è indispensabile.

Lo scenario di caduta dei diversi ragionamenti e dei desiderata di tutti gli attori dovrebbe essere il seguente: realizzazione nell’area industriale di Porto Torres di un terminale del gas, rifornito da rigassificatore alloggiato su una banchina del porto industriale, che a sua volta riceve dal rigassificatore di Panigaglia, di proprietà Snam, vicino La Spezia, la materia prima; costruzione dei collegamenti dal porto industriale alla centrale di Fiume Santo del collegamento per il gas, e contemporanea costruzione del collegamento alla rete Italgas asservita ai bacini 4 (Porto Torres), 21 (Sassari), 7 (Ittiri) e 6 (Alghero). A Porto Torres ci sarà anche un punto di carico del gas sulle cisterne criogeniche per gli altri bacini del centro nord Sardegna.

Se la parte del nord Sardegna è definita, non così il sud, dove il problema è collegare i depositi costieri di Oristano con il punto di arrivo del gas nel cagliaritano. Nei fatti il collegamento avverrebbe attraverso il tratto sud della dorsale. L’unica incertezza, di peso, riguarda dove realizzare il rigassificatore. A Cagliari, a Portovesme o a Sarroch? Quale che sia il punto di arrivo del gas, da Panigaglia, o magari dall’Algeria, sarebbe sempre Snam a realizzare il rigassificatore (in pratica una nave ancorata stabilmente in banchina da 180 metri a cui se ne aggiunge una per il rifornimento), collegato ad un pezzo di rete e comunque agli altri due poli. In ogni caso Cagliari, Portovesme e Sarroch saranno collegati da un pezzo di dorsale che arriva sino a Oristano, e da lì si dirama per meno di due chilometri per la locale area industriale, così da mettere in rete al centro i bacini 18 (Cabras), 19 (Terralba), 20 (Gonnosnò) e 23 (Oristano) e a sud i bacini 32 (Assemini), 33 (Quartu), 34 (Carbonia), 35 (S. Anna Arresi), 38 (Cagliari) sul fronte dell’offerta ai privati. Anche in queste due aree allargate a più bacini sarà Italgas a distribuire in quasi tutti i bacini e la sua controllata Gaxa a vendere all’utente finale.

In questa maniera si realizzerebbe a pezzi, nel giro di tre/quattro anni, una bozza di sistema energetico tale da salvare le due centrali a rischio spegnimento al 2025 (anche se il direttore generale del Mise Dialuce ha di recente confessato che l’addio al carbone non si potrà fare a «causa dei ritardi da parte dell’Ambiente») e gettare le basi per il mercato di una ampia parte di Sardegna.

Questa soluzione non piace alla Regione, tagliata fuori dalle interlocuzioni tra Mise e aziende. Fonti vicine al dossier ammettono che dovrebbe essere lo stesso Presidente Solinas (che nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dalla sottosegretaria Todde) a scrivere al Presidente del Consiglio Conte e al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli per chiedere la conferma dell’intesa Governo-Regione (accordo Renzi-Pigliaru) del 2016 che prevedeva la dorsale e condizioni di accesso al mercato del metano uguali per tutti i sardi.

Con l’impostazione a cui sta lavorando il Mise resterebbero esclusi l’intero nord-est, il Logudoro, le Barbagie, l’Ogliastra e il Sarrabus. Lo accetterà la Regione?

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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