La Nuova Sardegna

Le mutazioni del virus negazionista - IL COMMENTO

di GIAN GIACOMO ORTU
Le mutazioni del virus negazionista - IL COMMENTO

Gli esperti fai-da-te: per loro era un’influenza, che avrebbe ucciso i vecchi malandati per poi sparire nel nulla

06 dicembre 2020
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Nella sua prima origine, il negazionismo è un frutto velenoso dell’antisemitismo, della sua volontà di cancellare la memoria del genocidio degli ebrei nei campi di concentramento nazifascisti. La shoah? Un’invenzione delle democrazie occidentali, infettate dagli eredi dei Savi di Sion, sempre tesi al dominio del mondo.

Oggi il termine negazionismo si applica a ogni tentativo di rimuovere dalla memoria (e dalla coscienza) di una nazione un crimine perpetrato a danno di un altro popolo. È il caso dell’eccidio degli armeni compiuto durante la Grande guerra dal governo dei Giovani Turchi, non senza la connivenza di Kemal Ataturk, il grande modernizzatore dello Stato ottomano, ed è anche il caso del massacro di Addis Abeba compiuto nel 1937 dai fascisti italiani a danno degli etiopi.

Più recentemente il virus del negazionismo conosce diverse mutazioni. Dall’ambito etno-politico, infatti, si è trasferito a quello ambientale, gettando un velo d’ignoranza e irresponsabilità sul cambiamento climatico. Il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra? Nient’altro che paranoia ambientalista. È poi penetrato nell’ambito sanitario con il movimento no-vax, a mettere in discussione la fondatezza scientifica e l’efficacia dei vaccini, strumento cardinale nella lotta contro le malattie infettive. Il movimento no-vax, peraltro, ha acquistato tinte anche politiche, specie in Italia, dove si è guadagnato molti sponsor nell’area sovranista e populista.

Insomma, che vada contro la verità storica, l’evidenza naturale o la scienza, il negazionismo presenta sempre lo stesso stigma a due facce: la menzogna e l’ignoranza.

Quando il Covid-19, dopo aver saggiato gli anticorpi cinesi, è arrivato in Europa e in America, una legione di millantati esperti rassicurava: è una normale influenza, che metterà a letto un po’ di gente, si porterà via qualche vecchio malandato e, fatta la sua stagione, sparirà. Bando agli allarmismi. E si è visto: un incubo in tutto il mondo.

Tra quelli che hanno negato la gravità dell’epidemia non sono mancati i capi di governo, come il premier inglese Johnson e il primo ministro svedese Löfven. Il presidente americano Trump ha pure preso sottogamba il Coronavirus, ma ha anche gridato al complotto geopolitico: il Covid-19 lo avrebbero creato in laboratorio i cinesi che, apprendisti stregoni, se lo sono ritrovato in casa, prima di mandarlo in giro per il mondo.

Sulla pista tracciata da Trump l’idea del complotto ha cominciato a correre: il Covid-19 lo hanno inventato le corporations farmaceutiche per speculare sulla paura della gente; no, è stato Bill Gates a diffonderlo nell’interesse della tecnologia digitale; macché, dietro il virus – dicono quelli politicamente più navigati - ci sono le oscure potenze della reazione mondiale che attentano ai diritti delle persone e a principi della democrazia. In sintesi, un’esplosione planetaria d’imbecillità complottista che fa più danni dello stesso Coronavirus.

Certo, non si vuole (né si può) negare che l’enorme mobilitazione di mezzi per fronteggiare il virus stia rafforzando il potere delle corporations della farmaceutica, della distribuzione, della tecnologia digitale (vedi smart working, didattica on line, etc.). Ma, intanto, in attesa del vaccino e di una (allora) possibile immunità di gregge, i mezzi principali per contrastare la diffusione del virus sono soltanto tre: l’uso della mascherina, il distanziamento fisico e l’igiene delle mani.

Ecco, però, che a questo livello della responsabilità personale e civile interviene un’altra manifestazione di negazionismo, quella dei tanti che hanno fatto proprie le idee di cui si è detto, per il tramite dei politici di riferimento, degli opinionisti squinternati invitati nei talk-show televisivi, e degli innumerevoli idioti che imperversano nei social.

Fatto sta che quando la mattina esci per la spesa, già sul portone di casa ti arriva in faccia una zaffata di sigaretta o spinello, e poi devi scansare un allegro gruppo no mask, per rischiare l’impatto con un cellulare viva e umida voce. E quando sei nel supermarket è una ridda di corpi, cui cerchi vanamente di sottrarti.

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