La Nuova Sardegna

Assemblea dei sindaci sardi per ribadire il no alle scorie

Assemblea dei sindaci sardi per ribadire il no alle scorie

In 377 stamattina alla Fiera di Cagliari per la mobilitazione promossa dall’Anci  «La nostra regione paga già un prezzo altissimo in termini di inquinamento»

13 gennaio 2021
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CAGLIARI. L'Anci chiama a raccolta tutti i 377 sindaci della Sardegna per fare fronte comune sul tema delle scorie nucleari. L’appuntamento è per questa mattina, alle ore 10, nella Fiera di Cagliari e fa seguito a mobilitazione che nei giorni scorsi ha già fatto registrare una lunga serie di no. L’individuazione di ben 14 possibili siti sardi nella carta delle aree idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi (in parte frutto della demolizioni delle vecchie centrali, in parte di provenienza sanitaria) ha compattato associazioni e sindacati, forze politiche e amministrazioni locali. La Sardegna non è mai sembrata così unita come oggi e già ha ufficializzato la sua contrarietà con un voto del Consiglio regionale e con l’annuncio, da parte del governatore Solinas dell’istituzione di un Comitato con università, associazioni e parti sociali per la redazione di un documento che illustri in modo chiaro gli elementi scientifici idonei a supportare l'esclusione netta della Sardegna dalla mappa della Sogin.

Anche i sindaci interessati hanno frenato sulla possibilità che le scorie nucleari vengano stoccate nei loro territori. Le amministrazioni di Mandas, Nurri e Siurgus Donigala, nel medio Campidano, hanno dichiarato i propri territori «denuclearizzati» riunendosi nel villaggio di epoca romana di Santu Sadurru, al confine tra i tre comuni e la zona individuata come sede potenziale del deposito di scorie.

Durissima anche la presa di posizione dell’Anci regionale. «Ho ribadito ad Anci nazionale e alle altre associazioni regionali interessate (Piemonte, Toscana, Lazio, Basilicata, Puglia e Sicilia) che la posizione dei Comuni sardi non è negoziabile – ha detto il presidente Emiliano Deiana – per ragioni storiche, politiche, geografiche e di sicurezza dell'intero bacino del Mediterraneo». «Ho anticipato che ci troveremo tutti Cagliari per una grande assemblea generale che ribadirà, analogamente a ciò che ha fatto il Consiglio regionale, all'unanimità, la più totale contrarietà ad ospitare in Sardegna il sito delle scorie nucleari. Ho già fatto presente – ha concluso Deiana – le motivazioni generali che ci hanno convinto a dire no (insularità, iperpresenza di servitù militari e qualità dell’ambiente) e oggi non potremo che ribadirle».

Il sito previsto dalla Sogei occuperà un'area di almeno 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito vero e proprio e una quarantina al “Parco tecnologico” che completerà l’opera. Il deposito avrà una struttura a matrioska con diversi strati di calcestruzzo che sigilleranno circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività: 50mila frutto dello smantellamento degli impianti nucleari italiani (ancora quasi tutto da fare) e 28mila dalla ricerca e dalla medicina. Una scelta dalla quale, una volta, sarà impossibile toprnare indietro. (a.l.)

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