La Nuova Sardegna

«Recovery Fund, giusto collaborare»

di CHRISTIAN SOLINAS

Solinas a Ganau: risorse su 3/4 grandi progetti. E riequilibrio territoriale nell’isola

31 gennaio 2021
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L’intervista rilasciata alla “Nuova Sardegna” da Gianfranco Ganau, capogruppo Pd in consiglio regionale, su temi importanti come i progetti per il Recovery Fund, il Piano casa e la lotta al Covid-19 ha aperto un dibattito nel quale oggi interviene il presidente della Regione



di CHRISTIAN SOLINAS

Gentile Direttore,

domenica scorsa La Nuova Sardegna ha pubblicato un’intervista al Capogruppo del Partito democratico, Gianfranco Ganau, su grandi temi d’attualità che chiama in causa l’esigenza di un’azione bipartisan in questa particolare congiuntura storica, economica e sociale. Vorrei preliminarmente ricordare che, più volte, in Consiglio regionale e dalle colonne di questo giornale, ho invitato tutte le forze politiche, pur nella distinzione dei legittimi ruoli, a concorrere nel preminente interesse della Sardegna sul piano del confronto e della proposta per offrire una risposta di sistema e di prospettiva alle emergenze epocali che stanno mettendo a dura prova la tenuta globale dei modelli di vita, di produzione e di lavoro fin qui conosciuti. Siamo dinanzi ad un tempo che non consente sterili contrapposizioni o polemiche strumentali: davanti alla crisi crescente, alle incertezze sulla capacità di risposta globale dei sistemi sanitari alle grandi epidemie, alla perdita della capacità reddituale di migliaia di imprese e persone, alla desertificazione economica conseguente, la gente non farà distinzioni e nessun partito o movimento sarà immune da un giudizio negativo se non saremmo in grado, tutti, come classe dirigente nel suo complesso, di offrire risposte efficaci e tempestive alle domande impellenti che emergono dalla società sarda.

Per questo, l’appello alla condivisione di Ganau su un tema nodale come il Recovery Fund non può certo cadere nel vuoto e merita un approfondimento concreto. Dobbiamo senza dubbio fare fronte comune per difendere in primo luogo un criterio di ripartizione delle risorse che garantisca la Sardegna. Infatti, dalle prime frammentarie proiezioni presentate dal Governo sembrerebbe emergere un intollerabile squilibrio nelle attribuzioni territoriali a tutto vantaggio del Nord del Paese, che catalizzerebbe circa i 2/3 del Next Generation EU a discapito delle regioni meridionali ed insulari. Esiste già una posizione trasversale di tutti i Governatori del Sud su questo versante, che va aldilà delle appartenenze e degli schieramenti e che andrebbe corroborata con un pronunciamento chiaro e puntuale anche di tutte le assemblee legislative.

Una volta affermata la corretta ripartizione delle risorse, imprescindibile per qualsiasi seria programmazione, occorre tutelare un ulteriore principio totalmente disatteso finora dal Governo: l’obbligatorietà dell’Intesa tra Stato e Regioni sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che non può consistere nella mera notifica di un elenco di opere selezionate unilateralmente ed arbitrariamente da Roma. Come ribadito, anche di recente, dalla Corte costituzionale (sentenza n. 7/2016) gli atti programmatici che prevedono interventi sul territorio sono soggetti ad intesa formale: ciò significa che occorre un accordo tra le parti, che sancisca modalità e tempi delle scelte oltre che allocazione di risorse, di guisa che i risultati siano verificabili nel tempo.

Posto un punto fermo su questi presupposti, concordo con Ganau sull’esigenza di concentrare le risorse su 3 o 4 grandi progetti in grado di dare una svolta e favorire la ripartenza della Sardegna e del suo tessuto economico ed imprenditoriale. La sfida di saper guardare al futuro, di candidare l’Isola ad avanguardia nel settore dell’energia pulita e dell’idrogeno, con le connesse attività di ricerca e di implementazione dei risultati sui settori della produzione e dei trasporti rappresenta un terreno condivisibile di confronto e di collaborazione istituzionale che favorirò con un’iniziativa specifica, coinvolgendo anche le università, i centri di ricerca, il mondo datoriale e le forze sindacali.

Credo che la mia personale disponibilità al dialogo in questo complesso biennio di governo non sia mai mancata, nonostante alcuni gruppi – per quanto minoritari – abbiano sistematicamente disatteso questi appelli, preferendo la via sterile della polemica strumentale, dell’offesa personale e della demonizzazione dell’avversario.

Prendo atto, invece, della linea responsabile e costruttiva che il leader del principale partito di opposizione propone su argomenti fondamentali, sui quali si è già trovata una convergenza storica in Sardegna a partire dalla tutela della fascia costiera e fino all’esigenza di un riequilibrio territoriale che restituisca pari opportunità di crescita e di sviluppo a tutti i territori, dal Nord-Ovest alle zone interne.



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