La Nuova Sardegna

Prudenti e felici: «È la fine di un brutto incubo»

di Luca Fiori
Prudenti e felici: «È la fine di un brutto incubo»

Controlli rafforzati davanti alle scuole di tutta l’isola ma molta autodisciplina da parte dei ragazzi

02 febbraio 2021
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SASSARI. È come se qualcuno avesse rialzato il volume dopo tre mesi di silenzio. La ripresa delle lezioni in presenza e il rientro degli studenti in classe ha restituito ai paesi e alle città quel sottofondo di voci e risate mattutine che dal 26 ottobre scorso si era bruscamente interrotto, rendendo i centri urbani molto più tristi e silenziosi. «Tornare in classe e rivedere amici e professori – spiega Giovanni, 17 anni, studente pendolare di Ittiri del liceo scientifico – è come uscire da un incubo e riprendere a vivere. Assembramenti? Direi di no, ci siamo attenuti alle disposizioni che ci hanno dato e cercato di mantenere le distanze, indossando sempre la mascherina».

Sono da poco passate le 7.30 del mattino e il sole è appena spuntato, quando il piazzale della chiesa di San Vincenzo in via Turati a Sassari inizia a riaccogliere una parte delle centinaia di pendolari, in arrivo in città dai vari centri della provincia, che da ottobre avevano seguito le lezioni da casa. Tra le 7.45 e le 8.15 del mattino prima della pandemia questa piazza diventava una rumorosa “Babele” di adolescenti catapultati qui dagli autobus dell’Arst. Le regole sono cambiate e ieri mattina per evitare problemi il personale dell’azienda regionale di trasporti e gli agenti della polizia locale hanno lavorato gomito a gomito per fare in modo che tutto filasse liscio prima degli ingressi a scuola. Nel tratto di via Turati, dalla rotatoria di via Rockefeller fino a via De Nicola, è stato istituito il divieto di fermata, in modo da consentire ai mezzi in arrivo in città di bloccarsi a diverse decine di metri di distanza l’uno dall’altro per far scendere gli studenti. Tra corse aggiuntive e bus supplementari da ieri mattina sono entrati in funzione sulle strade dell’isola 254 mezzi “extra”, per evitare assembramenti. E in effetti gli studenti hanno confermato di aver viaggiato comodi. A Sassari qualche problema si è verificato davanti agli ingressi dell’istituto industriale in via De Nicola e del Canopoleno in via Luna e Sole, quando gli studenti sono stati costretti ad attendere sul marciapiede il via libera per entrare in classe. Per il resto nelle zone presidiate dagli agenti della polizia locale, via Padre Zirano, piazza stazione, via Tavolara e Latte Dolce tutto è filato abbastanza liscio. Alle fermate delle corse urbane dell’Atp è comparso invece il “facilitatore”, un dipendente dell’azienda di trasporti con il compito di coadiuvare le operazioni di distribuzione dei passeggeri a bordo, controllo della regolarità del titolo di viaggio e naturalmente dell’uso corretto della mascherina. E filato tutto liscio anche a Olbia (dove molti istituti superiori si sono detti pronti ad allargare la didattica in presenza al 75 per cento degli iscritti) e a Nuoro. A Barrali, nel Campidano, il sindaco Fausto Piga ha viaggiato con gli studenti per «toccare con mano la vita da pendolare». Il primo cittadino è partito per Cagliari col pullman delle 8 e ha “promosso” la Regione e l’Arst «che hanno messo in campo un impegno straordinario per farsi trovare pronti».

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