La Nuova Sardegna

Carenza di medici nel Nuorese: il prefetto a Solinas: «Servono misure urgenti»

di Luca Urgu
Il prefetto di Nuoro Luca Rotondi
Il prefetto di Nuoro Luca Rotondi

Luca Rotondi: «L’assistenza primaria deve essere garantita»  L’emergenza riguarda 15 piccoli centri della provincia di Nuoro e dell’Ogliastra 

06 febbraio 2021
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ONIFERI. L’ordinanza della sindaca di Oniferi Stefania Piras, che vietava ai suoi concittadini di ammalarsi, è stata una provocazione che, oltre ad aver fatto sorridere e ad aver mobilitato i media nazionali, ha avuto il grande merito di approdare nelle più importanti stanze dei bottoni delle istituzioni e della politica regionale. E anche di attirare l’attenzione di alcuni professionisti della penisola disposti a venire in Barbagia per indossare il camice bianco.

Intanto il prefetto di Nuoro, Luca Rotondi, ha scritto al presidente della Regione, Christian Solinas, «affinché possa essere valutata l’adozione di urgenti iniziative volte a fornire i servizi di assistenza primaria», sottolinea il rappresentante del governo nella missiva indirizzata anche ai 15 sindaci del nuorese - Aritzo, Atzara, Austis, Belvì, Desulo, Gadoni, Meana Sardo, Olzai, Oniferi, Ortueri, Sarule, Seui, Sorgono, Teti, Tonara e Ussassai - dove le carenze sono più gravi ed evidenti. Questioni già in passato poste all’attenzione della Prefettura attraverso diverse note, ma anche con interlocuzioni e incontri tra lo stesso prefetto, rappresentanti degli enti locali, associazioni di cittadini e sindacati.

Ovviamente in tutti questi tavoli la preoccupazione evidente era per la diffusa carenza - spesso protratta a lungo - di medici di medicina generale. Ora le parole pronunciate e scritte dal prefetto al presidente della Regione - che ha l’onere di organizzare il servizio sanitario nel territorio - hanno un peso diverso. Più che una esortazione sono una sollecitazione ad adottare misure urgenti, senza perdere più tempo per risolvere in maniera efficace un problema che in molti piccoli centri del Nuorese preoccupa giustamente i cittadini in una stagione tra l’altro particolarmente difficile a causa del rischio di contagio del Covid. Non avere un medico, un punto di riferimento nei paesini di Nuorese e Ogliastra rappresenta un handicap ulteriore in centri che si spopolano e dove la popolazione anziana continua a crescere e i giovani invece a partire. Fasce deboli che avrebbero dunque bisogno di più assistenza e assicurazioni, non di abbandono come invece sta accendendo negli ultimi tempi non solo per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, ma anche nel godere di altri servizi importanti come l’accesso al mondo del lavoro, dell’istruzione e dello sport.

Il problema lo ha centrato nei giorni scorsi Stefania Piras, che dopo aver sollevato il problema grazie al risalto che la sua ordinanza-provocazione ha suscitato, ha puntato il dito su un aspetto in passato, ma anche ora, cruciale. «Siamo pochi, sempre di meno rispetto a 40-50 anni fa e con numeri piccoli, così esigui non riusciamo a incidere come vorremo. Peccato perché la qualità della vita dei piccoli centri non è un miraggio, ma una realtà fatta di tanti fattori critici di successo che si sgretolano come neve al sole se vengono a mancare i servizi fondamentali. E la salute non è certo un optional ma un diritto che si deve garantire a Oniferi come a Sassari o a Cagliari». La sindaca rivendica la “paesitudine”, se così si può definire come un valore di cui andare orgogliosi, non di certo come un epiteto o un’etichetta da staccarsi il prima possibili nella strada di un’ipotetica emancipazione urbana.

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