La Nuova Sardegna

Il sindaco: fatto terribile, fermiamoci a riflettere

di Simonetta Selloni
Il sindaco: fatto terribile, fermiamoci a riflettere

Il centro di mille anime del Mandrolisai sotto choc. Il direttore di Coldiretti: era un grande lavoratore

20 febbraio 2021
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ORTUERI. Mille anime è come «una famiglia allargata». Così definisce la sua comunità Francesco Carta, sindaco di Ortueri dal giugno 2019. E come in tutte le famiglie allargate, anche il senso della tragedia è comunitario. La morte di Marcello Musu è piombata inattesa su una pacifica mattina di normale attività, mascherine in viso e null’altro che sembrava potesse deviare il corso delle cose già cambiate dal Covid. «Guardi, io credo che le frasi di circostanza in questi casi lascino il tempo che trovano. Penso sia invece necessario il silenzio, che ci si debba fermare e riflettere su quanto accaduto. Un fatto gravissimo» dice ancora Carta.

Il dolore del primo cittadino è un qualcosa che travalica il livello istituzionale. «Quello che è successo colpisce tutti, perché tutti ci conosciamo. Io avevo un rapporto personale, è una cosa terribile». Ieri il sindaco è stato nella casa di Musu, dove abitava con la moglie (originaria di Sestu) e i due bimbetti della coppia, di sette e otto anni. Una tentativo di portare parole di conforto in una situazione impossibile da lenire. Come fare a spiegare a due bimbi che il loro padre non tornerà, è un qualcosa difficile persino da concepire.

«Marcello Musu era un gran lavoratore, una persona che è stata sempre attenta alle problematiche della campagna. Lo voglio ricordare così», dice Alessandro Serra, direttore di Coldiretti Nuoro-Ogliastra. Musu, fino al 2018, aveva ricoperto il ruolo di presidente di sezione di Coldiretti di Ortueri. Da tempo però non aveva più ruoli dirigenziali, ma comunque partecipata alle attività dell’associazione. «È una bruttissima notizia, preferisco non aggiungere altro, anche per rispetto verso la famiglia» conclude Serra.

Ortueri ieri ha vissuto un giorno pesante, un clima che gli è estraneo. L’ultimo grave fatto di sangue risale all’86. Nel paese del Mandrolisai gli abitanti si sono stretti attorno alla moglie e ai due bambini di Musu. L’allevatore non sembrava temere nulla di particolare. E così anche ieri la sua giornata si è dipanata come ogni giorno: uscire presto di casa e accudire il bestiame, rientrare e fare colazione con la moglie e i figli, riuscire per le altre faccende. Il bello della normalità, insomma. Spezzata dalle fucilate.

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