La Nuova Sardegna

Il Covid frena i consumi ma nessuno perde il lavoro

di Silvia Sanna
Il Covid frena i consumi ma nessuno perde il lavoro

Accordo innovativo a Olbia, 150 esuberi da ricollocare negli ex iper di Cagliari

26 febbraio 2021
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SASSARI. Nell’operazione a moltissimi zeri pianificata con cura e studiata anche nei minuscoli dettagli, c’era qualcosa che analisti e guru del marketing non potevano prevedere. Se avessero avuto il sentore che sarebbe arrivato il Covid a stravolgere il mondo, c’è da scommettere che avrebbero predicato un prudente rinvio. Invece il business era già partito, con l’acquisizione degli ipermercati Auchan da parte di Conad, un colosso italiano in crescita che rileva un ex gigante francese in declino, con perdite valutate in circa 350 milioni di euro all’anno. Un profondo rosso in tutta Italia e una situazione molto critica in Sardegna, dove il gruppo Conad ha rilevato i quattro iper ex Auchan di Sassari, Olbia e Cagliari (2, Santa Gilla e Marconi). Quasi un anno e mezzo dopo, con la pandemia ancora in corso, nessuno dei 725 dipendenti ha perso il lavoro, una trentina sono andati via tra pensione ed esodi incentivati, e circa 150, tutti nel Cagliaritano, sono in cassa integrazione. Ma c’è ottimismo, sia da parte dell’azienda sia dei sindacati: l’obiettivo è ricollocare gli esuberi entro 18 mesi o incentivare, grazie anche all’intervento della Regione attraverso le politiche attive, l’esodo volontario. Dice Michele Orlandi, responsabile Conad Nord Ovest, toscano in Sardegna da 24 anni: «Abbiamo fatto una promessa e la vogliamo mantenere: nessuno resterà a casa, il legame con quest’isola è fortissimo e i lavoratori meritano rispetto. Nonostante le difficoltà provocate dal Covid, siamo fiduciosi. I risultati ottenuti sinora non sono quelli previsti, ci sono alcuni aspetti da sistemare. Per questo chiediamo l’aiuto e il sostegno di tutti: Conad ha rilevato attività che colavano a picco, ha salvato il posto di lavoro a tantissime persone. È un gruppo italiano, c’è da esserne orgogliosi».

Lo scenario. Dal punto di vista occupazionale la situazione è sotto controllo a Sassari e Olbia. Nell’ex ipermercato Auchan di Predda Niedda i lavoratori sono operativi, altri 19 (ma di Margherita distribuzione) attendono di essere ricollocati all’interno della nuova attività commerciale che aprirà nella porzione di metri quadri, circa 3mila, non occupata dal nuovo Spazio Conad. Si parla di Oviesse (abbigliamento) ma la trattativa non è ancora conclusa. A Olbia, invece, è stato raggiunto un accordo assolutamente innovativo: nella struttura, che lavorava prevalentemente d’estate grazie al turismo, c’era un alto rischio di esuberi. La soluzione è all’insegna della flessibilità: «Una quota di lavoratori ha accettato di distribuire in maniera differente le ore di contratto nei mesi invernali e nei mesi estivi, alcuni in inverno vanno in stand by per ricominciare con la bella stagione, quando saranno chiamati a un impegno superiore. Ma continuano a ricevere regolarmente lo stipendio tutti i mesi. In questo modo nessuno sta a casa e non c’è bisogno di chiamare personale extra in estate». Il quadro è più complicato nel sud dell’isola. Il primo iper ex Auchan a passare a Conad è stato quello di Santa Gilla, come gli altri notevolmente ridimensionato secondo la filosofia Conad. L’altro, il Marconi, era una barca destinata al fallimento, con crolli del fatturato dell’80% e inserito in una galleria commerciale dove il 60% delle serrande si erano già abbassate. Per una questione di concorrenza, secondo l’Antitrust Conad (che detiene nell’isola il 20% delle quote della grande distribuzione) Marconi non avrebbe potuto rilevarlo. «Ma proprio per il legame fortissimo con la Sardegna e con i sardi non ci siamo tirati indietro. E contiamo in una ripresa del punto vendita anche grazie a un importante progetto di ristrutturazione del centro commerciale. Nel frattempo il tavolo con i sindacati – molto attenti e intelligenti – e la Regione è aperto. Una parte degli esuberi sarà ricollocata in due nuovi negozi Conad nell’hinterland cagliaritano, il primo aprirà tra pochissimo, il secondo entro 18 mesi. Contiamo nell’impegno della Regione, il confronto con l’assessora Alessandra Zedda è ben avviato: l’obiettivo è incentivare gli esodi e promuovere l’autoimpiego».

La Regione. «Noi ci siamo, e siamo pronti a fare la nostra parte, in un percorso di confronto con l’azienda e con i rappresentanti sindacali – dice l’assessora al Lavoro Alessandra Zedda – con politiche attive e iniziative specifiche per sostenere tutti i lavoratori nelle future iniziative. Entro quindici giorni saremo più esaustivi».

I sindacati. Cgil, Cisl e Uil, pur con diverse sfumature, sottolineano con evidenza un aspetto: la correttezza del gruppo Conad, l’attenzione verso le persone che in questa come nelle precedenti vertenze (come l’acquisizione a Sassari dei supermercati Multineddu) è stata certificata dai licenziamenti zero. Dice Cristiano Ardau, segretario generale UilTucs: «Non si parla più di vertenza ma di piano industriale e occupativo: nonostante il periodo terribile segnato dal calo delle vendite a causa del Covid, se il percorso proseguirà sulla linea tracciata in Sardegna avremo zero licenziamenti, a differenza di quanto accade in altre parti d’Italia, dove molti punti vendita sono stati chiusi e i lavoratori sono rimasti a spasso». Aggiunge Giuseppe Atzori, segretario generale Fisascat Cisl: «Facciamo affidamento sugli esodi e sulla ricollocazione, l’importante è che nessun lavoratore venga penalizzato. La situazione nei due supermercati di Cagliari è complessa e la cassa integrazione scadrà nel 2022». Fare in fretta e bene: è questo l’imperativo anche da parte di Nella Milazzo, segretaria regionale della Filcams Cgil: «Conoscendo la serietà e l’affidabilità dell’azienda ero molto ottimista. Poi è arrivato il Covid ed è cambiato tutto. La pandemia oltre a penalizzare la ripartenza dei supermercati con la nuova insegna, ha ritardato gli accordi sui lavoratori. Ma la scadenza è dietro l’angolo; la Regione deve attivarsi subito, dalle parole è necessario passare ai fatti».

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