La Nuova Sardegna

No dei medici al deposito di scorie nucleari

CAGLIARI. «L’ipotesi che la Sardegna diventi deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è inaccettabile. Ci opporremo»: Giuseppe Chessa, presidente dell'Ordine dei medici di Cagliari sintetizza il...

28 febbraio 2021
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CAGLIARI. «L’ipotesi che la Sardegna diventi deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è inaccettabile. Ci opporremo»: Giuseppe Chessa, presidente dell'Ordine dei medici di Cagliari sintetizza il pensiero dei colleghi di Sassari, Nicola Addis, Nuoro, Maria Giobbe e Oristano, Antonio Sulis. I quattro Ordini regionali hanno esposto con Domenico Scanu e Alessandro Arru, presidente e consigliere dell'Isde Sardegna (medici e ambiente) un no convinto alla Carta nazionale aree idonee deposito rifiuti radioattivi.

La mappa isolana delle discariche tossiche, con l'ok dei ministeri Sviluppo economico e Ambiente, prevede 14 siti. «La promozione della salute dei pazienti è legata anche alla tutela ambientale» rimarca il dottor Addis. «Studi clinici ed epidemiologici confermano dati preoccupanti. Tra le aree indicate, a Nuragus, Las Plassas-Pauli Arbarei-Villamar, Ortacesus e Segariu si registrano eccessi di mortalità per tumori e del sistema respiratorio» aggiunge Domenico Scanu.

«La Sardegna – dice il dottor Chessa – paga un prezzo alto a esercitazioni militari e industrializzazione. I rifiuti radioattivi espongono a rischi di trasporto e terroristici».

I quattro presidenti studiano una bozza indirizzata all'assessorato regionale. La sintesi: «I medici devono dire la loro e far parte delle commissioni competenti». (m.fr.)



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