La Nuova Sardegna

Esu: «Alle terme c’ero anch’io Invitato da un caro amico»

di Roberto Petretto
Esu: «Alle terme c’ero anch’io Invitato da un caro amico»

La versione del portavoce del presidente Solinas sul ritrovo in zona arancione «Solo due o tre persone possono affermare di essere state contattate da me»

17 aprile 2021
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Mauro Esu è il portavoce del presidente della Giunta regionale. Giornalista pubblicista dal 1997, chiamato sin da subito da Solinas in uno dei ruoli chiave dello staff presidenziale, è stato descritto come il promotore del pranzo in zona arancione a Sardara.

Ruolo che lui rigetta: in questa intervista racconta la sua versione di ciò che è accaduto mercoledì 7 aprile

Come mai si trovava a Sardara?

«Premetto che il mio ruolo di portavoce mi impedisce, in sostanza, di avere voce nelle questioni della politica, ma il mio coinvolgimento personale su quelli che sono stati definiti i “fatti di Sardara”, mi obbliga a chiarire la mia posizione e ad esprimere le mie considerazioni. Detto questo: mercoledì 7 aprile ero a Sardara, nello stabilimento “Sardegna termale”, invitato dal gestore degli impianti che, come è noto, è un mio caro amico da più di trent’anni».

Ha partecipato materialmente al pranzo?

«Non ho consumato alcun pasto. Ho salutato con affetto alcuni amici e con cortesia e educazione parte dei partecipanti».

Secondo alcune indiscrezioni, lei accoglieva gli ospiti all’ingresso.

«Queste indiscrezioni sono totalmente infondate. Non ero a casa mia e non ho accolto alcuno degli ospiti e di più: essendo io stesso un invitato, come tale mi sono comportato».

C’era anche suo fratello?

«Sono andato a Sardara a bordo dell’auto di un altro degli invitati e nel tragitto da Cagliari a Sardara ho chiamato mio fratello Stefano per chiedergli se fosse disponibile per riaccompagnarmi a Cagliari. Stefano mi ha raggiunto a Sardara e siamo rientrati insieme in città con la sua auto».

Il pranzo è stato organizzato da lei?

«Non è vero. Questa indiscrezione fa il paio con quell’altra di prima: è totalmente infondata. Ripeto: ero soltanto uno degli invitati».

Dalle persone sentite in questi giorni dal sostituto procuratore, emergerebbe, a quanto ci risulta, che un po’ tutti dicono che siano stati invitati da lei.

«Oltre a mio fratello Stefano, soltanto due o tre persone al massimo possono affermare di essere state contattate dal sottoscritto».

Per quale motivo si trovavano insieme dirigenti regionali, politici, dirigenti della sanità pubblica, ufficiali dell’esercito ed ex amministratori?

«Non c’è una ragione particolare e non sapevo neppure io che sarebbero transitate quelle persone nell’ora di pranzo. Ritengo che, come molto spesso accade in situazioni come questa, interpretando in maniera un po’ troppo estensiva il senso dell’ospitalità del padrone di casa, in tanti abbiamo allungato l’elenco degli inviti».

Eravate consapevoli del fatto che stavate contravvenendo alle regole?

«Guardi, credo che tutti fossimo lì in assoluta buona fede ed a conoscenza di essere al “limite”. Nel senso che, la struttura era aperta al pubblico ma noi non eravamo ospiti stabili della struttura. Però, la sala è capiente per più di duecento coperti ed io pensavo che fossimo molti di meno, rispetto ai circa trenta invitati che invece ho incontrato. Voglio dire che non ho visto un problema di distanziamento, né di assembramento».

Conosceva tutti quelli che erano presenti?

«No, la maggior parte dei presenti non li conoscevo neppure di nome».

C’è stata una fuga di alcuni ospiti?

«Ho detto in premessa che rispondo per me. Io non ho fatto alcuna fuga».

Il presidente era a conoscenza di questa riunione?

«No. Io stesso non ero a conoscenza di una riunione nei modi in cui poi è stata rappresentata dagli organi di informazione. Ribadisco, pensavo si trattasse di un invito semplice tra pochi amici e come tale, dunque, un appuntamento per così dire privato e di tipo quasi personale».

Non ritiene che un tale assortimento di personaggi che hanno ruoli importanti nella pubblica amministrazione possa ingenerare sospetti?

«Comprendo il senso della domanda ed anche il sottinteso del termine “assortimento” ma escludo una partecipazione organizzata e finalizzata per chissà quali scopi: faccio presente, soltanto a titolo di esempio, che tra gli identificati c’è anche un ragazzo in cerca di lavoro che era nello stabilimento per consegnare un curriculum».

Ha intenzione di dimettersi?

«Ho sempre agito con lealtà, professionalità e rispetto dei ruoli e dei compiti di ciascuno. Mi sento in ordine con la mia coscienza. L’enfasi, le cattiverie e le strumentalizzazioni di questi giorni, altro non sono che spiacevoli conseguenze del tempo malato che purtroppo viviamo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La sentenza

La Corte Costituzionale cassa le “norme estranee” fra quelle sanitarie che la Regione aveva inserito nella legge di stabilità 2023

Le nostre iniziative