La Nuova Sardegna

Sfilata di invitati in Procura Tutti a Sardara “per caso”

di Mauro Lissia
Sfilata di invitati in Procura Tutti a Sardara “per caso”

Giustificazioni differenti: qualcuno rischia l’accusa di falsa testimonianza

17 aprile 2021
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CAGLIARI. C’è un punto in cui gran parte delle testimonianze sul caso Sardara convergono: il cerimoniere della giornata conviviale sarebbe stato Mauro Esu. Lui, il portavoce del presidente della Regione, avrebbe telefonato ad alcuni ospiti di riguardo, sempre lui si sarebbe occupato di mettere a proprio agio i commensali, ancora Esu avrebbe collaborato con Gianni Corona, il titolare dell’hotel Nuove Terme, perché l’affollatissimo incontro andasse a buon fine. Il giornalista - stando sempre a quanto riferito da alcuni testi - avrebbe dato indicazioni anche sugli inviti, a quanto pare inviti piuttosto larghi perché non pochi erano fuori dal programma, non proprio imbucati ma comunque non compresi nell’elenco ufficiale. Esu ha però tenuto accuratamente fuori dalla vicenda il presidente («Solinas non sapeva nulla») e ha dato risposte di contenuto diverso alle domande del pm Giangiacomo Pilia e del maresciallo Paolo Fraioli. Il ruolo centrale che gli viene attribuito potrebbe dunque essere il frutto di un equivoco, oppure - ogni ipotesi ha il suo peso - una di quelle bugie che la Guardia di Finanza è impegnata a scoprire, su precisa richiesta del magistrato. Perché la prima autentica certezza acquisita dagli inquirenti è che almeno una quota dei testimoni sentiti fino a ieri non ha detto la verità: ci sono i riscontri investigativi, al punto che Pilia - questa è l’indiscrezione filtrata nella mattinata di ieri - starebbe valutando l’ipotesi di contestare ad alcune persone l’accusa di falsa testimonianza.

Difficile però che una decisione su questo punto e su eventuali altri profili penali arrivi in tempi brevi: prima il pubblico ministero dovrà chiudere il ciclo degli esami testimoniali e le verifiche conseguenti. Quindi, con la collaborazione preziosa della Guardia di Finanza, andrà a comporre il puzzle di quel 7 aprile alle Terme di Sardara, che ha avuto l’effetto di una scossa tellurica nell’opinione pubblica e negli ambienti pur temprati della politica regionale.

La giornata di ieri al terzo piano del palazzo di giustizia è trascorsa fra domande ai testimoni-commensali e risposte. Pilia e i suoi collaboratori hanno sentito al mattino il direttore di Forestas Giuliano Patteri, il direttore generale dell’assessorato regionale all’Industria Alessandro Naitana e l’ex direttore generale di Abbanoa Sandro Murtas. La stretta sostanza delle loro posizioni è questa: all’invito del portavoce di Solinas non si poteva dire di no perché sarebbe stato - qui l’equivoco - un no al presidente della Regione. Per tutti - così hanno detto - il pranzo di Sardara non era che un incontro di lavoro. Murtas, rimasto solo quindici minuti nell’ufficio del pm, ha spiegato fra l’altro di aver partecipato per acquisire informazioni su attività rurali e ripopolamento.

Nel pomeriggio è comparsa al piano della Procura la squadra della sanità: il manager del policlinico Giorgio Sorrentino, la direttrice amministrativa Roberta Manutza e la direttrice sanitaria Paola Racugno. La linea dei tre dirigenti universitari è stata quella dell’equivoco: pensavano che a Sardara si dovessero affrontare temi legati alla sanità.

Fra le diverse posizioni dei commensali informati dei fatti un dato emerge nella sua evidenza: ciascuno ha dato al magistrato una ragione che spieghi la propria presenza al pranzo concluso tra fughe e sanzioni amministrative, ma fino ad ora sembra che le ragioni delle presenze siano tutte diverse l’una dall’altra, come se gli ospiti delle Nuove Terme avessero frainteso o neppure inteso il perché dell’invito.

Quella di oggi sarà una nuova giornata di audizioni in Procura: è certa la convocazione del dg degli enti locali Umberto Oppus, cui seguiranno altre persone che hanno preso parte al banchetto.

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