La Nuova Sardegna

Crescono i mutui, in calo i prestiti

Crescono i mutui, in calo i prestiti

A Sassari e a Cagliari aumentano importi e numero di contratti, altrove giù

18 aprile 2021
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CAGLIARI. La crisi ha ridotto la circolazione di capitali, anche in aree depresse come l’isola. La poca propensione al rischio delle famiglie e delle imprese sarde, segno di debolezza e incertezza sul futuro, a prescindere dalla pandemia, si riscontra nei dati elaborati da Crif per il 2020, che registrano un aumento delle richieste dei mutui ma una forte contrazione dei prestiti personali e finalizzati.

I mutui. Per questi il 2020 si è chiuso con un dato regionale sul numero di contratti pari a + 3,8, diversamente distribuito. Se Sassari e Cagliari hanno il segno positivo, rispettivamente 8,9 e 5,9, Oristano ha un -8,5, mentre sostanzialmente stabili sono Nuoro (-1,2) e Sud Sardegna (-0,5). Diverso naturalmente l’importo medio, così come la sua variazione. Così se a Cagliari l’importo medio si è attestato a 136mila euro (+3,6), a Sassari scende a 118mila (+2,9), per poi calare a Nuoro a 113mila (+0,7) e Oristano e Sud Sardegna a 107mila, (rispettivamente +3,3 e +3,9).

Prestiti finalizzati. Qui il calo è diffuso e sostanzioso. L’importo medio (utilizzato per acquisto di beni e servizi, come auto o moto, arredamenti o elettronica, ma anche elettrodomestici o spese mediche) non supera i 5mila euro; i contratti scendono dal -11 (Sassari) al -19 (Sud Sardegna), con un calo dell’importo medio accentuato a Sassari, -11 per cento, contenuto nel sud Sardegna -1, e forte a Nuoro e Oristano (-8 e -9). Solo Cagliari mantiene un importo medio stabile, con solo il -3 per cento.

Prestiti personali. È il settore dove il calo è più accentuato. Il numero di contratti è in tutto il territorio regionale superiore al 20 per cento, con Oristano che arriva al 23 per cento. Anche gli importi medi sono diversi. Si va da una media di 11.700 euro per Cagliari (-9,9) a 13.200 per Nuoro (-7,7). Sui dodicimila euro Sassari, Oristano e Sud Sardegna, con un calo dal 4 all’8 per cento.

«Come spesso accade nei momenti di incertezza gli italiani hanno preferito adottare un atteggiamento prudente. I prestiti personali hanno risentito della crisi e non hanno manifestato segnali di recupero – dichiara Simone Capecchi, exective director di Crif – mentre i prestiti finalizzati sono ripartiti nel post-lockdown per poi bloccarsi nuovamente a partire da ottobre. Anche la crescita delle richieste dei mutui va vista in questa luce, in quanto il comparto è stato sostenuto principalmente dalle surroghe».(g.cen.)

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