La Nuova Sardegna

Festa a metà per Sant’Efisio ma Cagliari scioglie il voto

di Enrico Gaviano
Festa a metà per Sant’Efisio ma Cagliari scioglie il voto

Pellegrinaggio su un mezzo militare fino a Nora, in serata il ritorno in città 

03 maggio 2021
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CAGLIARI. Il voto a Sant’Efisio è stato sciolto per la 365a volta. Ma ancora una volta, come già un’anno fa, il patrono della Sardegna è passato lungo il percorso del suo pellegrinaggio in tono dimesso. A bordo di un pick up invece che sul carro trainato dai buoi. Niente costumi, niente passaggio dei costumi tradizionali a rendere la processione un arcobaleno di colori. E ancora una volta sono rimasti a casa le migliaia di spettatori che il primo maggio arrivano da tutta la Sardegna e dal resto d’Italia e del mondo ad assistere a uno spettacolo unico assiepandosi nelle strade del cammino ormai tradizionale in città e poi sino a Nora, il luogo del martirio.

Un colpo pesante dovuto alla pandemia che già un’ anno fa aveva costretto non solo la Festa del primo maggio ma tutte le altre cerimonie religiose di spicco dell’isola, basti pensare all’Ardia di San Costantino e ancora ai Candelieri di Sassari o al Redentore di Nuoro, giusto per ricordare alcune delle più partecipate nell’isola, a segnare il passo.

Quindi il Covid, come nel 2020, anche quest’anno ha costretto l’Arciconfraternita del gonfalone, da sempre custode della Festa, a un programma minimo, quasi un blitz per far compiere al simulacro del Santo il viaggio da Cagliari alla spiaggetta di Nora e ritorno, che si svolge solitamente nell’arco di 4 giorni.

Il primo maggio invece, la statua è uscita dalla chiesetta di Stampace intorno alle 10,30 per farvi ritorno alle 16. Il cerimoniale è iniziato già il giorno prima, il 30 aprile, con la vestizione di Sant’Efisio e la sua intronizzazione all’interno della teca che ha sostituito come un anno fa il cocchio dorato su cui solitamente viaggia. Domenica, quindi, prima l’investitura di primo mattino in municipio dell’Alter Nos, il rappresentante della municipalità, con la scelta del primo cittadino caduta su Edoardo Tocco, il presidente del consiglio comunale cagliaritano. Quindi la messa a Stampace alle 9,30 e al termine Sant’Efisio è stato caricato a bordo di un mezzo militare nella piazzetta davanti alla chiesetta. Un paio di manovre dell’autista e il mezzo ha iniziato la prima fase del percorso nella strettissima via Sant’Efisio che finisce in via Azuni, sotto una pioggia di fiori sopra la teca e il camioncino dell’Esercito, fra applausi, suppliche, pianti di devoti emozionati nel vedere il passaggio della statua. Quindi tutta d’un fiato, piazza Yenne, largo Carlo Felice e infine via Roma, davanti al municipio dove il pick up si è fermato per qualche minuto per il saluto del sindaco.

Da lì, il trasferimento sino a Nora, senza le tradizionali tappe intermedie che punteggiano il pellegrinaggio del Santo da oltre tre secoli. Un po’ come era avvenuto un anno fa, quando però il pellegrinaggio fu compiuto eccezionalmente il 3 maggio. E come, in un altro triste momento della storia di Cagliari e della Sardegna, avvenne nel 1943 in una città letteralmente distrutta dai bombardamenti degli alleati.

Dunque anche in questo primo maggio niente fermate a Su Loi, Villa d’Orri, Sarroch, Villa San Pietro, ma subito a Nora, luogo del martirio avvenuto nel 303. Nella chiesetta antichissima che guarda la spiaggia, al fianco delle incredibili vestigia di epoca romana, la messa e subito il ritorno.

Lungo la strada che unisce Nora a Cagliari molte le persone che hanno atteso il passaggio, per un saluto, un bacio, una preghiera. Quindi il rientro in città, sino alla chiesetta del quartiere di Stampace e lo scioglimento del voto, con la classica formula: “Attrus annus mellus, Deus bollara”. Ai prossimi anni insomma, che siano migliori se Dio vorrà. U n augurio che mai come questa volta tutti desiderano possa davvero realizzarsi. Tornerebbe la vita normale di tutti i giorni, tornerebbero la Festa del primo maggio a Cagliari, e anche tutti gli altri riti religiosi, le feste, le tradizioni che la Sardegna mostra orgogliosamente. Sopratutto, significherebbe lasciarsi alle spalle il lungo incubo del coronavirus.



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