La Nuova Sardegna

Il Banco di Sardegna conferma l’utile Istituto più solido

di Giuseppe Centore
Il Banco di Sardegna conferma l’utile Istituto più solido

Incrementati gli accantonamenti per tutelarsi sui rischi Rinnovata la vendita di titoli di Stato in portafoglio  

05 maggio 2021
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CAGLIARI. Se i banchieri della City di Londra vengono sempre raffigurati con l’ombrello, non è solo per il volubile tempo britannico, ma per un motivo più simbolico, come se il parapioggia dovesse proteggere in caso di rovesci non solo la loro persona ma anche i conti dei loro istituti. L’unico modo sicuro per proteggere il patrimonio degli istituti di credito, magari quando il barometro economico fa le bizze, è accantonare parte degli utili a fondo rischi.

È quanto sta facendo il Banco di Sardegna, che ha presentato ieri la prima trimestrale del 2021. Un periodo drammatico per l’economia sarda che lascia presagire una ripresa rapida e fragile allo stesso tempo. Ecco spiegati i conti del Banco, all’insegna della prudenza, visibile su più fronti. Intanto la riduzione dei costi di gestione (-8 per cento). Poi la scelta, analoga a quella dello stesso periodo del 2020 di vendere titoli di Stato italiani in portafoglio, che ha fatto salire la redditività operativa (il rapporto tra reddito e capitale investito per produrlo) a 107 milioni, in linea con il marzo 2020 e secondo la banca ben oltre gli obiettivi di budget. Questi due elementi hanno migliorato uno degli indici di produttività sceso di quattro punti percentuali, e fermatosi al 55 per cento; un dato più basso della media italiana, 60, e di quella europea, 68.

«In considerazione dell'andamento trimestrale più che buono dell’attività ordinaria, si è riusciti ad assorbire l'impatto dei 31,5 milioni di oneri straordinari una tantum, che hanno inciso significativamente sul risultato economico del periodo: mi riferisco – ha detto il direttore del Banco Giuseppe Cuccurese – all'aumento degli accantonamenti derivante dall’aggiornamento dei modelli valutativi del rischio di credito alle più recenti indicazioni normative. Gli accantonamenti hanno consentito di elevare di due punti il tasso di copertura dei crediti deteriorati, salito al 51,8». Il dato finale delle diverse operazioni ha prodotto un utile lordo di 3,4 milioni (pari a 700 mila netti).

Ci sono però altri due elementi che testimoniano la attenzione del Banco ai conti, soprattutto in un periodo di crisi come questo. Si tratta della stabilità dei finanziamenti in bonis (quelli cioè solvibili) e della crescita (sul marzo 2020) del 24 per cento dei mutui casa, dovuta a 126 milioni di nuove erogazioni.

A questi si accompagna, come chiede la Bce e pretende la capogruppo Bper, la riduzione la consistenza del credito deteriorato, che scende a un netto di 347 milioni (-25 milioni su fine 2020). A seguire migliorano tutti gli indici sulla parte creditizia con valori inferiori alla media nazionale. Le prime cinque banche nazionali hanno l’indicatore di solidità patrimoniale, definito con la sigla CET 1 ratio, tra 17 e 14 per cento: indica la quantità di capitale proprio usabile in caso di crisi. Il Banco è al 32,35%. «Questo indice ci ha nuovamente consentito di ricevere il premio Milano Finanza come migliore Banca del sistema per requisiti patrimoniali», ha concluso Cuccurese.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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