Sorso, le sorelle di Falloni: «Era sparito da anni per noi non esiste»
Dalla famiglia in Sardegna solidarietà a quella della vittima: «Non ci sono scusanti ma noi siamo con loro, sia chiaro»
SASSARI. «Non vogliamo avere niente a che fare con Gabriel, da tempo non avevamo sue notizie e quando ha mandato i regali per le nipoti abbiamo pensato che volesse recuperare, avviare una nuova vita. Invece alle 23 di quello stesso giorno è arrivata la terribile notizia: era ricercato per avere ucciso una donna ad Aosta. É stato uno choc terribile per noi, appena ci siamo riprese abbiamo riportato tutto in questura: i cellulari che aveva inviato e una somma in denaro, regalo per noi e per le nipoti».
Marianna Falloni parla a nome anche dell’altra sorella e non usa mezzi termini per chiarire la posizione della famiglia: «Noi ci dissociamo da lui, non abbiamo alcun rapporto e non lo cerchiamo neppure. Da un paio d’anni non lo vedevamo, non avevamo notizie. Ha trascorso più tempo in carcere che fuori, e quando è stato scarcerato è subito partito, fuori dalla Sardegna. Siamo molto arrabbiate per quello che ha fatto, ed è giusto che paghi. La giustizia farà il suo corso».
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Poi il pensiero alla vittima, alla giovane donna barbaramente uccisa, Elena Raluca Serban, di 32 anni: «Una tragedia assurda, non ci possono essere scusanti di alcun genere – dice Marianna Falloni – e noi vogliamo fare arrivare la nostra solidarietà e partecipazione al dolore alla famiglia della donna uccisa. Noi stiamo con loro, e questo deve essere chiaro».
I regali spediti da Gabriel Falloni erano arrivati a Sorso dentro una valigia, dentro anche due cellulari per le nipoti e una somma in contanti per le sorelle. Una cosa strana, anche perché non era mai successo prima. E quando la notte (il pacco era stato recapitato la mattina) si è diffusa la notizia che Gabriel Falloni era sparito da Nus ed era ricercato per l’omicidio, le sorelle si sono mosse subito. Hanno messo insieme le cose e le hanno portate in questura a Sassari: «Queste noi non le vogliamo», hanno detto.
Proprio mercoledì - nel corso di un interrogatorio, alla presenza dei suoi avvocati Marco Palmieri e Davide Meloni – Gabriel Falloni ha confessato al procuratore Paolo Fortuna e ai due pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi, di essere stato lui a uccidere, lo scorso 17 aprile, Elena Raluca Serban, 32 anni, accoltellata nell’alloggio di Aosta dove si era trasferita di recente. Nel corso dell’interrogatorio, durato quasi due ore, Falloni ha fatto un resoconto preciso di quella drammatica giornata, ha fornito dettagli. Ha detto che frequentava la donna da circa un anno, ha raccontato che quella sera avrebbe reagito a uno sfottò a sfondo sessuale, ha detto di essersi sentito «preso in giro». E quella frase - stando al racconto di Falloni - avrebbe scatenato la sua reazione violenta. Prima la discussione, poi il raptus omicida: «Lei a un certo punto ha preso il coltello –, lo aveva già fatto altre volte, siamo finiti in bagno litigando. Lei ha cercato di colpirmi, diceva che avrebbe chiamato la polizia. Io l’ho fatta cadere a terra e l’ho colpita alla gola».
Prima di andare via dall’alloggio, però, Falloni si era impossessato del denaro della donna e dei quattro telefonini (buttati nel fiume Dora), mentre il coltello lo avrebbe gettato in un cassonetto. Poi la fuga verso Genova e infine l’arresto da parte della polizia.
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