La Nuova Sardegna

Superstaff volata finale Tutte le nomine in bilico

Superstaff volata finale Tutte le nomine in bilico

Trenta giorni dall’entrata in vigore della legge per scegliere i vertici dei gabinetti Rischiano di saltare i protagonisti del pranzo a Sardara su cui indaga la Procura

21 maggio 2021
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CAGLIARI. La legge sul nuovo staff della Regione è sempre più un gioco di scatole cinesi. Ogni nuovo emendamento riserva sorprese e colpi di scena. Gli ultimi, ad esempio, spaziano dal possibile azzeramento dei contratti agli attuali consulenti della Regione, Ufficio stampa compreso, fino a scatenare, almeno così pare, una sorta di repulisti a un mese abbondante dal banchetto proibito, a Sardara, su cui indaga la magistratura e per cui sono stati avviati anche diversi procedimenti disciplinari interni. Nel frattempo, la maggioranza di centrodestra ha presentato una tabella aggiornata sui costi dell’operazione staff, scesi da 6 a 3,5 milioni, e istituito l’Avvocatura regionale, autonoma sì, ma al vertice potrà esserci e un iscritto agli Ordini forensi anche se non è dipendente dalla Regione.

Effetto Sardara. Il pranzo del 7 aprile è sempre più una macchia che la giunta Solinas vuole cancellare in fretta. Così, sfruttando l’articolo 8 in discussione nell’aula del Consiglio regionale, che tra l’altro è stato approvato, pare abbia trovato la strada per mettere alla porta i suoi dipendenti-commensali a Sardara, pranzo organizzato, va ricordato, quando la Sardegna era in zona arancione. La scorciatoia è questa: tutti gli incarichi finora assegnati ai direttori generali degli assessorati e anche a chi fa parte degli staff della presidenza e degli stessi assessorati dovranno essere «confermati o revocati entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge». Per essere ancora più diretti: fra non molto potrebbe scattare un repulisti su larga scala, per mettere alla porta chi è stato identificato alle Terme. Quindi, i direttori generali degli enti locali (Umberto Oppus) e dell’industria (Alessandro Naitana), il capo di gabinetto dell’assessore all’industria (Alberto Urpi) e anche i due fratelli Esu, Mauro (l’ormai ex portavoce del governatore) e Stefano, consulente dell’assessore all’urbanistica. Sarebbero loro e forse anche altri i bersagli di un articolo, ribattezzato così: è un colpo di spugna silenzioso. Anche se il centrodestra, in versione ufficiale, ha cercato di ridimensionarne la portata: «Permetterà solo, se necessario, un avvicendamento negli incarichi fiduciari».

Ufficio stampa. L’azzeramento è stato annunciato, ma l’emendamento sarà votato martedì, anche per i giornalisti finora assunti, a tempo determinato, dalla Regione. Gli attuali contratti – si legge – «saranno risolti di diritto il giorno dell’entrata in vigore della norma». Però, va sottolineato, la Giunta non rimarrà comunque senza Ufficio stampa. I nuovi 13 giornalisti, o quelli confermati, stavolta saranno assunti con il contratto dei dipendenti regionali. Non solo. Oltre agli iscritti all’Ordine, in questa fase, potranno essere contrattualizzati anche esperti in comunicazione e quindi non giornalisti. A protestare per primi contro questa scelta sono stati l’Associazione della Stampa e l’Ordine. Due le loro contestazioni: il cambio di contratto e l’ingresso nel nuovo Ufficio stampa di chi giornalista non è.

Polemiche e resa dei conti. Letti gli emendamenti, le opposizioni, com’era inevitabile che fosse, sono andati all’attacco su più fronti. Prima di tutto hanno bocciato la nuova tabella sui costi: «L’improvviso ribasso è solo un bluff, perché non tiene conto delle indennità che dovranno essere riconosciute ai dipendenti regionali o comunali che entreranno a far parte degli staff». Poi hanno puntato il dito su quella che hanno definito una strisciante resa dei conti: «Invece di rinunciare alle prestazioni di quanti hanno ammesso la loro partecipazione al misterioso pranzo, provocando un danno d’immagine alla Regione, il centrodestra ha scelto l’azzeramento a priori senza però sporcarsi le mani». (ua)

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