La Nuova Sardegna

Covid, più libertà in Europa: ora l’isola punta al verde

Roberto Petretto
Covid, più libertà in Europa: ora l’isola punta al verde

La Sardegna ha numeri per ottenere la migliore classificazione continentale

05 giugno 2021
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La prima settimana in zona bianca è trascorsa senza segnali allarmanti: è vero, un’indicazione più attendibile si potrà avere dopo la seconda settimana, ma per ora tutto sembra procedere per il meglio. Soprattutto perché negli ospedali dell’isola la situazione è sempre meno pesante e quindi il sistema sanitario non è in affanno.

Pochi casi sintomatici. Forse è anche conseguenza del fatto che, come ha detto ieri il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, «tre quarti di chi contrae l'infezione è asintomatico, i casi diminuiscono in tutte le fasce di età incluse quelle piu giovani, e l'età media dei nuovi casi scende a 40 anni». Meno casi sintomatici, meno ricoveri in ospedale. Di questo passo «per la seconda settimana di giugno tutta l'Italia si troverà in zona bianca», ha detto ancora Brusaferro.

Bianco tendente al verde. Tra le zone d’Italia che si trovano in una condizione migliore c’è la Sardegna: nella settimana 24-30 maggio nell’isola c’è stato un indice di trasmissibilità Rt pari a 0.55, il secondo più basso d'Italia dopo il Molise (0.45). Proprio il Molise è la prima regione verde d'Europa. La classificazione europea del rischio nelle varie zone è infatti differente rispetto a quella nazionale: il verde indica il livello più basso di pericolo e il Molise, con meno di 25 casi per 100mila abitanti) è appunto l’unica “zona verde” secondo la nuova mappa stilata da Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. La Sardegna è molto vicina a quei livelli con 197 casi accertati in una settimana, in calo del 24,5% rispetto alla rilevazione precedente, e 11-12 casi ogni 100mila abitanti, un calo dei focolai dell'84% e indici sotto soglia nell’occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid nei reparti di medicina (8%) e terapia intensiva (6%). Rimane qualche dubbio solo sul rapporto tra casi riscontrati e numero di test eseguiti: questo è uno dei parametri seguiti dall’Europa per la classificazione “verde” e la Sardegna , negli ultimi giorni, ha diminuito di molto la frequenza dei test. Per ora, ad ogni modo, i numeri continuano a darci ragione.

Effetti pratici. Cosa significherebbe la classificazione di zona verde europea? All’atto pratico, per i cittadini sardi, sul piano delle limitazioni alla libertà personale poco o nulla. Cambia invece se si guarda la cosa da una prospettiva di spostamenti in ambito europeo: gli Stati membri, infatti, come spiega il sito dell’Unione europea, «hanno convenuto che non vi saranno restrizioni, come la quarantena o i test, per i viaggiatori provenienti da regioni “verdi”».

Per diventare verdi il tasso di notifica a 14 giorni deve essere inferiore a 25 casi per 100.000 e il tasso di positività dei test inferiore al 4%. Al momento, oltre al Molise, sono verdi due zone della Romania, due della Polonia, l’Islanda e quasi tutta la Finlandia. Quindi la prospettiva di una maggiore libertà di spostamento non è locale, ma internazionale. L’immagine di zona a basso rischio però può avere benefici anche per l’immagine della Sardegna nel mercato mondiale delle vacanze.

L’Europa ci guarda. Se per la Sardegna arrivasse questa classificazione, in un momento in cui la Germania (a partire da domenica prossima) non cosidererà più “zona a rischio covid” l’Italia intera, questo avrebbe un impatto positivo su un mercato che è forse il più importante per gli operatori turistici sardi.

Il lavoro dei laboratori. Un altro elemento importante nella lotta alla pandemia in Sardegna arriva dalla capacità del sistema di genotipizzare il virus del Covid-19. L’isola, dopo l’Abruzzo e la Provincia autonoma di Bolzano, ha la migliore media (4,05) di casi sequenziati. Un’attività che consente in parte di identificare le varianti più contagiose del virus. Lo studio pubblicato dall'Istituto superiore di sanità «Prevalenza e distribuzione delle varianti dei virus Sars-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia» ha messo in evidenza l'importante lavoro che viene svolto nei laboratori sardi. In Italia ben undici regioni non raggiungono l'1, tre si attestano tra l'1 e il 2, e due tra il 2 e il 3.

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative