La Nuova Sardegna

I giganti testimonial dell’isola nel mondo

di Claudio Zoccheddu
I giganti testimonial dell’isola nel mondo

Firmata l’intesa sulla fondazione, si punta ai mercati internazionali. Franceschini: «Le statue influenzeranno il turismo»

02 luglio 2021
3 MINUTI DI LETTURA





INVIATO A CABRAS. C’è un filo invisibile e diretto tra la nuova sala del museo civico di Cabras, dove ieri è nata la Fondazione Mont’e Prama, e le origini dei giganti. La collina del Sinis che per millenni ha custodito i resti dei guerrieri di pietra è sull’altra sponda dello stagno di Cabras e si vede attraverso una grande vetrata che è esattamente alle spalle del tavolo a cui si sono accomodati il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, il presidente della Regione, Christian Solinas, e il sindaco di Cabras, Andrea Abis. Un collegamento voluto dai progettisti che ieri ha permesso di concentrare in un solo sguardo il passato e il futuro di Mont’e Prama. E se sul passato si sprecano le ombre, il futuro dovrebbe garantire giorni di luce intensa. Anche perché le parole pronunciate ieri proiettano i giganti su scenari internazionali difficili da immaginare fino a pochi giorni fa.

L’investitura. «Sono certo che i giganti faranno girare la testa al mondo intero – ha detto Franceschini –, perché questa è un’operazione internazionale. In Paesi diversi dal nostro un ritrovamento di questo tipo avrebbe costituito un'attrazione per milioni di turisti. Forse non arriveremo a questo, ma credo che la Fondazione possa cambiare anche i flussi turistici verso la Sardegna». Il presidente Solinas ha usato termini altrettanto evocativi: «Questo progetto valorizza una civiltà che era stata cancellata dai libri di storia e porta Mont’e Prama a un punto di svolta perché potrà restituire una dimensione internazionale al territorio. L’esempio lo abbiamo in casa, a Barumini, dove la visione di Giovanni Lilliu ha testimoniato che può esistere un’economia della cultura». Per il sindaco Abis Mont’e Prama «è il perno dello sviluppo, per Cabras e per l’intero territori, che apre nuove opportunità e prospettive. Per questo abbiamo posto come condizione imprescindibile il rientro a Cabras dell’intero complesso scultoreo». Una richiesta finalmente soddisfatta dopo anni di incertezza, polemiche e divisioni. L’unico ostacolo resta il completamento della grande sala espositiva che dovrebbe ospitarli, ancora in costruzione. Abis ha dato una scadenza che, a questo punto, dovrebbe coincidere con il ritorno delle statue in laguna: «Sarà pronta entro un anno». Per il ricongiungimento ufficiale, dunque, l’appuntamento è fissato per luglio 2022.

La fondazione. Per quanto ieri sia stata raccontata come la naturale conclusione di un idillio tra Regione, Ministero e Comune, la gestazione della Fondazione Mont’e Prama non è stata facile. Anzi. Il percorso è stato lungo e complicato, al punto che sino a poco tempo fa non c’era alcuna certezza sull’effettiva realizzazione del progetto. La dimostrazione è nei sette anni di attesa che sono passati dall’annuncio alla firma dell’atto costitutivo. Ma ora che la fondazione è una certezza, vengono a galla anche i primi progetti che evidentemente sono già nel carnet del Cda. Alcuni li annunciati lo stesso Abis, alzando clamorosamente l’asticella delle aspettative. Perché di nuovo non ci saranno solo le due sale del museo ma anche un deposito per i nuovi ritrovamenti, perché presto riprenderanno gli scavi, e un laboratorio di restauro. Proprio sul restauro e sulle polemiche legate al trasferimento dei alcune statue nei laboratori di Calamosca si è espresso il ministro: «Quelle che saranno ritrovate in futuro resteranno a Cabras, perché un grande museo deve avere anche un laboratorio di restauro. Se le altre dovessero essere spostate non significa certo che poi no verranno restituite». In sostanza, i giganti contesi tra Cabras e Cagliari, sul cui restauro si era aperto un accesissimo dibattito, saranno restaurati a Cagliari. Come da programma. Ciò che è cambiato è il contesto: la fondazione è una garanzia per tutti e il timore che quanto programmato su carta non venga poi realizzato si è sciolto come la neve sotto il caldo sole del Sinis. Come gli interrogativi, le paure, le tensioni. Ora resta il compito più complicato: mettere in moto il meccanismo e fare in modo che funzioni alla perfezione. Non sarà facile ma nemmeno impossibile.

In Primo Piano

Video

25 Aprile, a Cagliari un corteo di 20mila persone sfila per le vie della città

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative