La Nuova Sardegna

Hackerata la mail di Afef: nei guai una cuoca di Lodè

Kety Sanna
La modella Afef nell'aula del palazzo di giustizia di Nuoro
La modella Afef nell'aula del palazzo di giustizia di Nuoro

La donna è accusata di ricettazione, sul suo conto finirono soldi dell’ex modella. Lei si proclama innocente e dice di essere a sua volta vittima di truffatori seriali

23 luglio 2021
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NUORO. La bella Afef Jnifen, ex moglie di Marco Tronchetti Provera, ieri ha fatto la sua comparsa in tribunale a Nuoro, per essere sentita come testimone al processo che la vede coinvolta come vittima di una truffa. Imputata Albertina Vargiu, cuoca 44enne di Lodè, accusata di ricettazione. Una storia singolare che vede alla fine dell’estate 2016 la email della modella “hackerata” e un giro di denaro che arriva fino al conto dell’imputata, che in questa vicenda chiama in causa anche Oscar Pistorius e persino Papa Francesco. Abbigliamento casual, occhiale scuro ma ricci inconfondibili, Afef ha cercato di passare inosservata il più possibile. Insieme al compagno Alessandro Dal Bono, manager di una importante azienda farmaceutica, la showgir ha atteso che il giudice Claudia Falchi Delitala la chiamasse a deporre. Solo dopo le 14, ha potuto prendere posto nel banco dei testimoni per rispondere alle domande del pm Francesca Pala. Una testimonianza breve, per sottolineare che lei faceva riferimento alle segretarie e firmava quanto passava prima tra le loro mani.

«Non guardavo il contenuto delle email che venivano stampate dalle mie assistenti, di cui mi fidavo – ha detto la teste –. Firmavo senza neppure guardare». La modella ha anche confermato di non aver mai conosciuto l’imputata, nonostante fosse sua la firma attraverso la quale era stato dato il consenso per effettuare il bonifico a favore del conto del Banco di Sardegna, intestato alla donna di Lodè. La 44enne, probabilmente a sua volta vittima di truffatori, aveva ricevuto la somma di 7.500 euro proveniente da una frode informatica, commessa da persone (ancora sconosciute) che si erano appropriate dell’identità virtuale di Afef Jnifen, e sostituendosi a lei avevano permesso il trasferimento del denaro.

Il processo è proseguito con l’audizione della segretaria della modella, Sally Perez, che ha raccontato che solo all’ennesima richiesta di denaro si era allarmata e aveva deciso di vederci chiaro. I pirati informatici, riuscendo a impossessarsi delle chiavi di accesso della posta elettronica di Afef, avevano inviato via mail copie false di bonifici che la collaboratrice avrebbe dovuto effettuare per suo conto. L’ulteriore richiesta di pagamento di 30mila euro, però, aveva fatto scattare la denuncia.

Ieri, l’imputata, difesa d’ufficio dall’avvocato Giuseppe Casu, ha chiesto di poter parlare. Ha raccontato di un precedete lavoro per il Parma Calcio dove aveva conosciuto Carleo Pistorius, fratello di Oscar (l’atleta paralimpico sudafricano condannato a 15 anni per l'uccisione della fidanzata) che aveva bisogno di denaro per far fronte ai guai giudiziari. «Mi ero impietosita e avevo deciso di aiutarli in qualche modo: ogni tre settimane versavo 70-80 euro fino a raggiungere una cifra di circa 5mila euro. Denaro che, mi era stato detto, mi sarebbe stato reso – ha aggiunto Albertina Vargiu –. In quel periodo avevo aiutato anche dei ragazzi arabi e, nel frattempo, avevo cercato un contatto con Papa Francesco perché potesse ricevere i familiari di Pistorius. Loro però, alla fine, erano spariti. Solo dopo un po’ di tempo, Carleo si era fatto vivo su Facebook per informarmi che doveva rendermi i soldi che gli avevo prestato. Mi aveva detto di aprire un conto in banca perché potesse versare il denaro: 7500 euro che non ho però potuto prendere perché il conto nel frattempo era stato bloccato». L’imputata ha sottolineato la sua estraneità ai fatti, giurando ad Afef di non essere lei l’hacker che aveva violato il suo account.

Il processo riprenderà il prossimo 21 dicembre per sentire altri testi.

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