La Nuova Sardegna

Covid, Gimbe: peggiorano i dati, la Sardegna verso la quarta ondata

Covid, Gimbe: peggiorano i dati, la Sardegna verso la quarta ondata

La provincia di Cagliari è a 150 casi ogni 100.000 abitanti. L'ospedalizzazione resta sotto soglia, si conferma che il 97 per cento dei ricoverati nel sud Sardegna riguarda persone non vaccinate

29 luglio 2021
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CAGLIARI. Peggiorano ancora i numeri dell'epidemia Covid in Sardegna. Oltre ai dati giornalieri sui casi ancora in risalita, la conferma arriva anche dalla Fondazione Gimbe che fotografa un'Isola che sembra sempre più indirizzata verso una quarta ondata, anche se l'ospedalizzazione resta sotto soglia. Nella settimana 21-27 luglio, infatti, la Fondazione registra una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti (231) e si evidenzia un aumento dei nuovi casi (79,1%) rispetto alla settimana precedente, quando l'aumento aveva superato il 200%.

A preoccupare sono soprattutto tre Province che presentano oltre 50 nuovi casi per 100.000 abitanti nell'ultima settimana: la Città Metropolitana di Cagliari (257), quella di Oristano (86) e il Sud Sardegna (103).

Nessuna pressione, per ora, sui posti letto in area medica e terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19, entrambe al 4%, ma peggio in Italia fa solo la Sicilia (rispettivamente all'8 e al 5% e la Calabria al 7% solo per quanto riguarda l'area non critica. E dagli ospedali di Cagliari, il direttore sanitario Sergio Marracini fa sapere che «su 69 ricoverati all'ospedale Binaghi (11 in terapia intensiva e 58 in area medica) i non vaccinati rappresentano il 97% con un'età media che si sta leggermente sollevando».

Per quanto riguarda il resto dell'Italia e il rapporto tra Sardegna e resto d'Italia, in tutte le Regioni eccetto il Molise si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi e in 40 Province l'incidenza supera i 50 casi per 100.000 abitanti. Tre Province fanno registrare oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Caltanissetta (272), Cagliari (257) e Ragusa (193). Il virus, inoltre, «circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati», dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, «a causa dell'insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall'aumento dei positivi». Infatti, a fronte ad un'impennata del rapporto positivi/persone testate (dall'1,8% della settimana 30 giugno-6 luglio al 9,1% di quella 21-27 luglio) la media dei nuovi casi ha subito una flessione nell'ultima settimana.

Si conferma infine un lieve incremento dei ricoveri che documenta l'impatto ospedaliero della variante delta: il numero di posti letto occupati da pazienti Covid in area medica è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 1.611 del 27 luglio e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 189 del 27 luglio, anche se le percentuali rimangono basse, con tutte le Regioni che registrano molto valori inferiori al 15% per l'area medica e al 10% per l'area critica. (Ansa).

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