La Nuova Sardegna

Lanusei, la riforma dell’Assl fa litigare i Comuni

di Giusy Ferreli
Lanusei, la riforma dell’Assl fa litigare i Comuni

La proposta di razionalizzazione del sistema di assistenza non convince i primi cittadini ogliastrini

06 agosto 2021
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LANUSEI. Quella proposta di razionalizzazione dei punti di guardia medica, prospettata dalla Assl di Lanusei in sede di conferenza sociosanitaria e suscettibile di modifiche, ai sindaci ogliastrini non è piaciuta affatto. Degli 11 punti di guardia (molti dei quali operativi a singhiozzo in virtù della cronica carenza di medici) ne rimarrebbero solo 5, e servirebbero non solo i residenti ma anche i turisti. Verrebbero dislocati in altrettante località baricentriche dell’Ogliastra, tarati sui 15mila abitanti, e sarebbero dotati di due medici, un infermiere e un’ambulanza. Questa proposta (tecnica), che in linea di massima avrebbe dovuto riguardare Tortolì, Lanusei, Santa Maria Navarrese e Seui oppure Ussasai, implica però un’assunzione di responsabilità politica da parte dei sindaci . «Un’ipotesi di lavoro», l’hanno definita Ugo Stochino e Sandro Rubiu, rispettivamente commissario straordinario dell’area socio sanitaria e direttore del distretto, ricevendo in cambio una netta contrarierà. C’è chi come il sindaco di Jerzu, Carlo Lai, è andato prosaicamente al sodo insistendo dapprima perché i vertici Assl rivelassero le località, per poi dichiarare la sua opposizione. E chi, come il suo collega di Bari Sardo, Ivan Mameli, ha chiesto se i servizi di questa nuova mappatura riguardassero anche i non residenti. «Come è pensabile proporre un soluzione del genere quando solo nel mio comune si registrano all’incirca 350mila presenze che si aggiungono alle 600mila del vicino Tortolì», ha chiesto Mameli snocciolando i numeri delle presenze turistiche. I primi cittadini di Gairo e Perdasdefogu (Sergio Lorrai e Mariano Carta) hanno tagliato corto dichiarando all’assemblea videoconvocata dal presidente e sindaco di Lanusei, Davide Burchi, che mai e poi mai prenderanno una decisione che va contro gli interessi delle loro comunità, le quali peraltro pagano già un altissimo tributo al taglio dei servizi essenziali. Anche il sindaco di Tortolì, Massimo Cannas, ha scandito con forza il suo no: «Non posso pensare che una riorganizzazione dei punti di guardia medica, seppure motivata dalla mancanza di professionisti, possa prevedere la morte dei servizi in alcune aree a vantaggio di altre». Scrivere al ministro per un intervento è la strada suggerita da Cannas che ha ripreso quanto asserito poco prima dall’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, nel suo breve collegamento. «Siamo in una situazione di emergenza – ha detto Nieddu – per questo servono strumenti emergenziali che ho già chiesto al Governo». A nulla è servita la captatio benevolentiae del commissario Assl che, ricordando l’unità di intenti che ha caratterizzato la gestione della pandemia in Ogliastra ha chiesto agli amministratori di sottoscrivere la proposta con tutte le modifiche del caso. Una proposta rispedita al mittente.

Il messaggio è chiaro: la gestione delle guardie mediche è faccenda da tecnici e non da amministratori locali. E la palla ripassa nelle mani dell’Assl.

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