La Nuova Sardegna

L’invasione dei 120mila che strangola San Teodoro

di Salvatore Santoni
L’invasione dei 120mila che strangola San Teodoro

Viaggio nella perla della Gallura tra spiagge affollate e notti interminabili

19 agosto 2021
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INVIATO A SAN TEODORO. Benvenuti nel carnaio di San Teodoro, che all’anagrafe conta 5mila abitanti e in alta stagione ha sfiorato le 120mila presenze. Dove nelle strutture ricettive non si trova un letto libero nemmeno a pagarlo oro e la notte è diventata interminabile e senza regole. Una tra le perle più preziose della Gallura è stata presa d’assalto da centinaia di giovanissimi che rincasano soltanto per sfinimento: non c’è orario o rispetto della quiete che tenga. È questo il nuovo turismo dei teenager disinibiti, e qualcuno anche un po’ cafone, che come un magma lento e inesorabile ha assediato l’estate teodorina.

Alla Cinta. Per capire le varie gradazioni di umanità che si accalcano ogni giorno nella spiaggia della Cinta non è sufficiente ammirare la lingua dorata che si srotola verso Puntaldia. Bisogna dare uno sguardo al parcheggio all’ingresso: una distesa infinita di lamiere incollate l’una dall’altra. Sì, perché lo spazio non basta mai e non va sprecato nemmeno un centimetro. Oppure le biciclette e i motorini: sono centinaia. Quando va bene si paga e si trova posto, ma quando va male bisogna fare inversione. Intorno alle 13, infatti, può capitare di trovare la sbarra chiusa perché il mega parcheggio è pieno come un uovo. Ma se si riesce a mettere i piedi sulla sabbia – dove aver superato un presidio dell’ufficio turistico comunale che non controlla gli accessi, ma indica soltanto su quale passerella entrare – non c’è una misura congrua per descrivere l’affollamento. È come stare stretti in un grande abbraccio. Ci sono ombrelloni e asciugamani a perdita d’occhio e una chiazza umana che occupa la spiaggia e anche i primi 30 metri di acqua.

Assalto a Brandinchi. I più fortunati, ma sono veramente pochi in confronto al numero dei desiderosi, riescono a godersi la Tahiti sarda – come è stata ribattezzata – di Cala Brandinchi. Anche se in questo periodo è più facile fare un terno al lotto che riuscire a trovare parcheggio. Alle 12 la fila per l’area di sosta privata che sorge nella zona è chilometrica. Gli stalli si sono riempiti già dalle 9 e la stradina che porta al parcheggio si è trasformata in un imbuto mortale. Fuori ci sono 34 gradi, il sole picchia duro sulle cappotte e fa perdere la testa agli automobilisti. Qualche furbacchione si mette nella corsia di sorpasso: grave errore. A un certo punto sbuca un camion sul senso opposto e la frittata è fatta: parte un concerto di clacson che dura alcuni interminabili minuti. I più sagaci sono i bagnanti che mollano l’auto in divieto e si beccano puntualmente, e forse coscientemente, la multa. Ma il gioco vale la candela: per entrare a Cala Brandinchi è una penitenza sopportabile.

Una fila per tutto. Trascorrere la settimana di Ferragosto a San Teodoro significa armarsi di sangue freddo e tanta pazienza. C’è da fare la fila al supermercato, per prelevare al bancomat, davanti ai parcometri e perfino per la farmacia e la guardia medica. Per non parlare dei ristoranti e dei locali frequentati dai giovani. Di positivo a San Teodoro c’è che lavorano tutti: bancarelle, kebabbari, pizzerie, cozzerie, bar e baretti, gelaterie. C’è un gusto adatto a tutti e nessuno resta scontento. Il centro della movida è tra piazza Gallura e largo Emilio Lussu, dove il mercatino notturno, che si estende fino a via Sardegna, offre il meglio di sé.

Quando cala la notte. Le vie della notte teodorina sono infinite. Il copione del mattino per la corsa al fazzoletto di sabbia si ripete alla sera in centro. I locali, infatti, una volta raggiunta la capienza massima sbarrano gli ingressi. E quando non restano alternative centinaia di giovanissimi si ammassano in ogni pertugio utile. Un parcheggio, un giardino pubblico, anche soltanto una panchina: va bene tutto purché sia un appoggio utile per tracannare drink. Dopo le due di notte San Teodoro cambia pelle. Mentre il popolo delle vacanze si riposa dalle fatiche di una giornata di mare, i più giovani risvegliano gli istinti primordiali. E con l’alcol che pompa nelle vene ogni scusa è buona per ingaggiare duelli sui marciapiedi, o sgasare in auto e moto alla conquista del “quarto di miglio” di Fast & furious.



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