La Nuova Sardegna

Giovani, asintomatici e turisti: nell'isola Covid hotel verso il pienone

Claudio Zoccheddu
Giovani, asintomatici e turisti: nell'isola Covid hotel verso il pienone

I gestori delle strutture fanno l’identikit degli ospiti in isolamento dopo il contagio. Libere 20 stanze su 80, degenze molto più lunghe per colpa della variante Delta

20 agosto 2021
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SASSARI. No, non sono tutti sardi. Anzi, la realtà descrive l’esatto opposto. Nei due covid hotel dell’isola, a Santa Maria Coghinas e ad Oristano, il paziente tipo è giovane, asintomatico e... turista. Non solo, entrambe le strutture sono molto vicine alla soglia massima di capienza e restano libere, per il momento, una ventina di camere in tutto. Il resto, circa 80, sono occupate dai visitatori entrati in contatto con il virus e quindi costretti a combattere la malattia tra le quattro mura di una stanza che, nei casi di lungodegenza (che non sono rari), somiglia metaforicamente ad una cella. «È vero, purtroppo i nostri dati non erano aggiornati e negli ultimi dieci giorni il numero dei turisti è aumentato velocemente», spiega il commissario dell’Ats, Massimo Temussi.

I gestori. La conferma arriva direttamente dai gestori delle due strutture: «Sardi? Tra le persone in attesa di negativizzarsi sono pochissimi i residenti in Sardegna», spiega Giuseppe Dettori, gestore del Montiruju Hotel che per continuare a fornire anche un servizio turistico ha affittato una palazzina non distante dall’albergo proprio per separare le due attività. «La maggioranza dei nostri ospiti è stata colpita dal virus in vacanza. Abbiamo tanti italiani ma anche francesi e spagnoli. Certo, c’è anche qualche residente in Sardegna, ma sono davvero pochi». A circa di centocinquanta chilometri di distanza, in direzione sud, la storia non cambia: «La maggioranza sono turisti – spiega Rossella Sanna, responsabile del Mistral 1 di Oristano –, soprattutto italiani, ma ci sono anche alcuni stranieri. La maggioranza sono giovani e giovanissimi, praticamente tutti asintomatici. I sardi hanno meno difficoltà a trovare un punto d’appoggio in cui trascorrere in sicurezza il periodo di malattia». La carta d’identità degli ospiti potrebbe creare qualche problema in più: «Che per il momento non c’è stato ma è chiaro che quando si tratta di persone molto giovani, che per di più non hanno alcun sintomo, la loro condizione è simile a quella dei leoni in gabbia – continua Rossella Sanna –. Stanno bene, ma non possono uscire da una stanza d’albergo. E poi, le degenze sono più lunghe. Ora prima di uscire dall’albergo devono superare tutti i test sanitari legati alla variante Delta e spesso il percorso diventa davvero molto lungo. Considerata la loro condizione, mi sembra chiaro che molti di loro abbiamo necessità di un supporto». Ed è probabile che non siano solo i ragazzi ad aver bisogno di una mano d’aiuto. Gli stessi covid Hotel presto potrebbero non essere sufficienti, considerato che la curva dei contagi resta alta come quella degli arrivi e delle presenze turistiche nell’isola. Per questo motivo l’Ats è da tempo alla ricerca di nuove strutture per le degenze degli asintomatici e dei paucisintomatici che non hanno la possibilità di isolarsi autonomamente. La ricerca era più attiva nel Cagliaritano ma, come aveva dichiarato il commissario Temussi, «è difficile trovare strutture ricettive di un certo tipo che garantiscano camera e pasti giornalieri a 66 euro».

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