La Nuova Sardegna

Turismo, l'isola è ripartita: l’assalto degli italiani mette il turbo alla ripresa

di Salvatore Santoni
Turismo, l'isola è ripartita: l’assalto degli italiani mette il turbo alla ripresa

Federalberghi: «Siamo a 8 milioni di presenze e potremmo arrivare a 10»

23 agosto 2021
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SASSARI. Il bilancio delle vacanze estive tracciato da Coldiretti/Ixé racconta che un italiano su tre ha scelto di trascorrere vacanze a “chilometro zero”, cioè restando nella propria regione di residenza. Sugli altri due ci sarebbe molto da dire, ma la fotografia è ancora troppo sfocata. Una cosa è certa: mai tanti italiani come quest’anno hanno deciso di trascorrere le ferie in Sardegna.

I dati definitivi arriveranno ai primi di settembre, quando l’assessorato regionale al Turismo srotolerà sul tappeto il report dell’estate che si avvia alla conclusione. Ma per ora c’è una certezza e una speranza: l’isola ha raggiunto quota 8 milioni di presenze e, se settembre sarà clemente, si sfonderanno i 10 milioni.

Gli albergatori. Il presidente di Federalberghi Sardegna, Paolo Manca, ha chiare le tappe dell’estate della ripresa: «Agosto non ha tradito, giugno invece è stato assolutamente sotto le aspettative, direi ininfluente dal punto di vista numerico, e luglio è stato inferiore a un anno normale, ma pur sempre superiore al 2020». Gli fa eco Carlo Gallino di Mycomp, una società cagliaritana specializzata in servizi turistici e tecnologi che ha un portfolio di centinaia tra alberghi e campeggi: «L’inizio è stato un po’ faticoso mentre ad agosto ci sono nostri clienti che hanno fatto meglio del 2019, che è stato un anno record per l’isola. In generale si è notata una certa voglia di vacanza».

Gioie e dolori. Gli albergatori sardi hanno raccolto in un periodo preciso e guardano alle prossime settimane con fiducia e un pizzico di preoccupazione. «Le due settimane centrali di agosto – riprende Manca – sono identiche ai numeri di un anno turistico “normale”. Il grande quesito riguarda i mesi di settembre e ottobre. Soprattutto settembre: siamo ancora bassi in questo momento. Ci aspettiamo che le prime due settimane siano positive, abbiamo qualche dubbio dopo la prima metà del mese».

Occhio ai contagi. Quali sono le insidie? «Settembre – riprende Gallino – sarà un po’ più complicato. Mancando il grosso degli stranieri, infatti, non sarà sicuramente un mese record. Molto dipenderà anche dall’andamento della cura dei contagi, che potrebbero causare cancellazioni delle prenotazioni».

I numeri. I dati storici dicono che gli arrivi sono sempre stati spaccati in due tra italiani e stranieri. «Quest’anno – riprende Manca – abbiamo avuto soprattutto italiani per tutta la stagione. «Attualmente abbiamo sicure 8 milioni di presenze – aggiunge –. Se a settembre ci sarà una buona risposta contiamo di arrivare tra gli 8 e i 10 milioni. In un anno normale si arriva intorno ai 16 milioni. Quindi se la stagione finisse oggi sarebbe un meno 50% (nel 2020 abbiamo perso i due terzi). Se le presenze reggeranno a settembre, alla fine arriveremo a segnare un meno 30%».

In Regione. «I dati sembrano veramente positivi – spiega l’assessore al Turismo, Gianni Chessa – ci stiamo avvicinando a numeri importanti. Di sicuro siamo sopra la soglia del 2016, 2017 e 2018. Il 2020 non lo prendo nemmeno in considerazione per ovvie ragioni. In molte strutture abbiamo recuperato terreno sul 2019: si stanno avvicinando a quei numeri. In generale è stata una stagione di forte presenza turistica nell’isola».

«Gente ovunque». In attesa dei report definitivi, che verranno presentati nelle prossime settimane, in assessorato conta molto anche la rilevazione a “occhiometro”. E non uno qualunque. «Ho girato molto l’isola – riprende Chessa – e c’è il pienone da tutte le parti. Le strutture che hanno aperto non cantano vittoria ma sicuramente c’è stata una ripresa consistente sia a sud sia a nord».

«Sono stato a San Teodoro – continua l’assessore – ho visto con miei occhi: era pieno di gente. Ad Alghero, invece, ho parlato col sindaco e mi ha detto che non c’è un buco libero nei bed and breakfast. E in Costa non ho mai visto barche come quest’anno: erano migliaia. A Costa Rei lo stesso, pieno di persone. E anche a Nuoro c’è stato movimento e gli operatori sono soddisfatti. Non è cosa da poco, vorrei infatti ricordare che c’è una pandemia mondiale in corso, e quindi è già una fortuna poter parlare di recupero».

Nodo personale. Le tendenze registrate in assessorato non riguardano soltanto le presenze ma anche le “assenze”. Quest’anno, infatti, la stagione è stata messa a dura prova dalla mancanza di personale. «Bisogna dire grazie a tutte quelle persone che hanno lavorato – riprende Chessa – potevano starsene a casa a prendere il reddito di cittadinanza e invece sono andati a lavorare, e quindi hanno consentito alle strutture ricettive di aprire. L’isola non può fare a meno delle entrate economiche del turismo, non ci possiamo permettere che alberghi e ristoranti restino chiusi».

«Più formazione». «In ogni caso – conclude Chessa – mi farò promotore di un’iniziativa affinché si investa sulla formazione del personale perché il turismo ha bisogno di questo. Bisogna dare soldi agli albergatori per formare le persone da ottobre fino ad aprile, così che imparino il lavoro e anche una seconda lingua, almeno l’inglese».

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