La Nuova Sardegna

Arbatax nell’Autority così il porto si può salvare

di Roberto Petretto
Arbatax nell’Autority così il porto si può salvare

Tra i partiti c’è una sostanziale convergenza: la parola al Parlamento

24 agosto 2021
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SASSARI. Un aeroporto mai diventato adulto e un porto che rischia l’agonia: Arbatax rischia di diventare sempre più marginale nel panorama dei trasporti in Sardegna. E finire ai margini in questo campo significa avere poco peso anche in altri settori. Il presidente dell’Autorità portuale della Sardegna Massimo Deiana, nell’intervista pubblicata ieri da La Nuova Sardegna ha detto che il porto ogliastrino può ancora avere un futuro: «È stato trascurato in termini di investimenti e attenzioni gestionali, non aveva una gestione manageriale dell’Autorità portuale. Se ci dovesse arrivare anche Arbatax troveremo il modo di creare una sinergia per rilanciarlo».

Lo snodo decisivo è quello: Arbatax non fa parte dell’Autorità di sistema portuale e quindi è fuori dai giochi, destinato a un declino neanche tanto lento dopo che anche Tirrenia ha abbandonato quello scalo per i collegamenti con la penisola.

La prima cosa da fare, dunque, è inserire anche Arbatax nei porti che rientrano sotto l’ombrello dell’Autorità di sistema portuale. Come: «La legge parla chiaro - dice Romina Mura, Pd, presidente della Commissione lavoro della Camera dei Deputati: - . È necessario un passo formale da parte della presidenza della Regione che deve richiedere l’inserimento del porto di Arbatax all’interno dell’Autorità di sistema portuale della Sardegna. per la verità agli atti c’è già una richiesta di questo genere: verso la fine della legislatura, il presidente Francesco Pigliaru scrisse all’allora ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, per chiedere che venisse attivata la procedura. Per salvare lo scalo marittimo di Arbatax serve un intervento al massimo livello, occorre che il presidente Solinas se ne occupi in prima persona aprendo un’interlocuzione diretta con il Governo».

Secondo Nardo Marino, parlamentare del Movimento 5Stelle, la cosa potrebbe essere in dirittura d’arrivo: «Sto presentando la questione del passaggio di Arbatax all’autorità portuale a ogni provvedimento, ma sinora me l’hanno sempre dichiarata inammissibile. Ora sta per arrivare in aula un nuovo decreto trasporti e la ripresenterò di nuovo, con l’aspettativa che venga approvata. Non mi pare ci siano grandi ostacoli, anche dal ministero sono d’accordo. Bisogna solo trovare il provvedimento adeguato per inserirlo. Il problema potrebbe essere risolto in tempi brevi, forse già entro l’anno. Del resto c’è anche convergenza con le altre forze politiche».

Marino ricorda che «l’attuale assenza della governance dell’Autorità portuale sullo scalo di Arbatax, comporta numerosi problemi di gestione dei servizi portuali. «Si prendano come esempio i servizi di security, obbligatori ai sensi delle leggi vigenti. Per garantire la sicurezza dei passeggeri e degli stessi operatori è stato necessario un intervento diretto della Regione che ha dovuto coprire i costi. Nella normalità dei Sistemi portuali gestiti da un’autorità di sistema, invece, i costi sono a carico dell’utenza».

L’attività della Regione, almeno quella pubblica, si ferma a un anno fa quando l’assessorato ai Trasporti organizzò un tavolo di consultazioni «finalizzato a dare attuazione all’iter procedurale che prevede la modifica della Legge 28 gennaio 1994 per l’inserimento del porto di Arbatax all’interno dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna».

Dopo quell’incontro l’assessore regionale Giorgio Todde disse che «la modifica della regolamentazione in vigore è un atto imprescindibile per l’avvio di un progressivo processo di opere funzionali allo sviluppo dei traffici commerciali. Arbatax è l’unico porto dell’Ogliastra e della provincia di Nuoro che rappresenta una infrastruttura indispensabile per la Regione e il territorio, ma è il solo scalo escluso da un modello di pianificazione, programmazione, attuazione e gestione sinergico, garantito dalla Autorità di Sistema portuale, che invece coinvolge tutti gli altri scali marittimi sardi».

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